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Ponte sullo Stretto: zero progetto, costi inventati e trasparenza sepolta

Il Ponte sullo Stretto continua a essere l’icona perfetta dell’incompetenza sistemica e delle promesse vuote. Il deputato M5s Agostino Santillo, intervenendo in Aula durante la discussione delle mozioni, ha messo in fila tutte le criticità strutturali di questa farsa ingegneristica. Il primo punto? Non esiste un progetto. Niente. Nemmeno un disegnino su carta da pacchi. Eppure, grazie al famigerato “decreto spezzatino” di Salvini, si potrebbe dare il via ai lavori anche in assenza di qualsiasi documento tecnico approvato. Geniale. O forse solo criminalmente sconsiderato.
I conti della serva… del 2012
Passiamo ai costi. Quali costi? Se non c’è un progetto, come si fa a stimare un importo? Perché si fa riferimento a una valutazione risalente al 2012 per un’opera che forse inizierà nel 2030 (se va bene)? La creatività contabile supera i livelli delle società offshore caraibiche. L’Anac ha lanciato l’allarme: così si violano le direttive europee, che pongono limiti precisi alla lievitazione dei costi. Ma si sa, quando si ha fretta di tagliare nastri immaginari, le regole diventano un fastidio.
Trasparenza sotto terra
Il terzo disastro è la trasparenza, o meglio, la sua totale assenza. I rilievi dell’Anac sono chiari: il modo in cui questo ponte viene portato avanti è un invito aperto alla corruzione, un paradiso per gli appalti truccati, un eldorado per i furbetti del cemento. Invece di alzare gli standard, si abbassano le soglie di controllo. La “grande opera” rischia di diventare un luna park per affaristi con biglietto pagato dagli italiani.
Ego gonfiato e Sud dimenticato
Infine, Santillo mette il dito nella piaga: perché ostinarsi con questo miraggio infrastrutturale, invece di potenziare ciò che già c’è? Le vere priorità sarebbero l’Alta Velocità tra Salerno e Reggio Calabria, i collegamenti tra Palermo, Catania e Messina, e il potenziamento della rete al Sud. Ma il Ponte serve più all’ego politico che ai cittadini. Un monumento non al progresso, ma allo sperpero, alle scorciatoie legislative, e alla miopia cronica.