Notizie
Powell dice no agli ordini di Trump: i tassi restano alti, pazienza se qualcuno si arrabbia

La Federal Reserve sfida apertamente Donald Trump e decide di non muovere un dito sui tassi d’interesse. Nonostante un’inflazione ancora fastidiosamente alta, la banca centrale americana opta per la prudenza, mantenendo i tassi invariati. Ovviamente, la decisione non è stata una passeggiata unanime: due membri del Fomc, Michelle W. Bowman e Christopher J. Waller, avrebbero preferito qualche taglio. E qui partono i sospiri.
Nel comunicato ufficiale in cui giustificano questa scelta, la Fed cerca di far sembrare tutto molto equilibrato, citando le “oscillazioni delle esportazioni nette” come una delle variabili da tenere d’occhio. L’istituto segnala che, dagli ultimi dati disponibili, la crescita economica sarebbe rallentata nel primo semestre dell’anno. Inoltre, ci tengono a sottolineare che il tasso di disoccupazione rimane basso e che il mercato del lavoro continua a godere di ottima salute. Ovviamente, un quadro non proprio apocalittico.
Donald Trump, invece, sceglie proprio quel momento per lanciare la sua bordata alla Fed. Tra un’intervista e l’altra, scatena la sua tipica ironia amara: “Penso che stiamo per avere l’economia più ricca che abbiate mai visto. Bisognerebbe abbassare i tassi.” E come ciliegina sulla torta, senza peli sulla lingua, attacca duramente il presidente della Fed, Jerome Powell: “Ha fatto un pessimo lavoro”.
Ma non finisce qui. Trump aggiunge, da vero intenditore di politica monetaria: “Powell arriva sempre in ritardo, ho sentito che un taglio è previsto per settembre. Ma perché non farlo subito? Boh, non ne ho idea.” Insomma, un vero e proprio mistero degno di un thriller economico.
Per enfatizzare la gravità della situazione secondo il suo punto di vista, ha lanciato questa chicca: “Ogni punto di tasso che questo signore non taglia ci costa 350 miliardi. Eppure, noi stiamo andando meglio di tutti gli altri nel mondo nonostante questi tassi alti.” Ecco, un commento da sciogliere i polsi, che fa il verso a chi pensa che la Fed stia dormendo sugli allori mentre la realtà brucia.