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Prevenzione e formazione: basta con la demagogia, servono fatti!

Ah, il meraviglioso mondo del gioco d’azzardo, dove gli esperti sanno esattamente cosa fare, ma ci dicono che le soluzioni sono più elusive di un jackpot. Imma Romano, rappresentante di EGP-FIPE, ha appena lanciato il suo grido d’allerta riguardo al lavoro dell’Osservatorio regionale campano sul disturbo da gioco d’azzardo. E che sorpresa, il consumatore medio non riesce a capire la differenza tra gioco legale e illegale! Ma cosa ci si può aspettare? Dopotutto, chi non sarebbe confuso da un’offerta di gioco che cresce più rapidamente di un pizza napoletana cotta a legna?
Ma ecco la chicca: tutti questi distanziometri che avrebbero dovuto proteggere i cittadini, in realtà, hanno solo rovinato le reti di gioco legali. Bravo! Il risultato? Un aumento drammatico del numero di persone in cura a causa della dipendenza. Ma, naturalmente, il vero problema non è il gioco d’azzardo, ma la nostra incapacità di riconoscere che le soluzioni potrebbero non essere così ‘populiste’ e invece forse più, ehm, pratiche? Chiediamo lumi a Romano, che sa sempre cosa dire.
“Dobbiamo tutelare i consumatori”, dice lei, con la stessa convinzione che aveva un autista di Formula 1 mentre correva verso il muro. Secondo Romano, l’idea che il giocatore ‘sfrenato’ sia un buon cliente è totalmente da rivedere. E perché? Perché il giocatore afflitto da questo disturbo è un vero e proprio incubo per gli operatori. Le sue ‘eccentricità’ nei punti di vendita non sono esattamente benvenute. Ma certo, chi avrebbe mai pensato che i clienti potessero comportarsi in modo problematico?
La soluzione, secondo Romano, è puntare sulla prevenzione. E chi l’avrebbe mai detto? Una geniale sinergia tra gli operatori di sala e gli operatori sanitari per creare azioni ‘efficaci’! È quasi poetico. E poi, la presenza di professionisti sanitari nelle sale da gioco potrebbe far sentire i clienti più sicuri, specialmente nonostante il loro comportamento compulsivo. In fondo, chi non desidererebbe un terapista accanto mentre si scommette sulla prossima mano di poker?
Se non bastasse, la formazione per i lavoratori delle sale viene messa in primo piano. Formazione su come comunicare e riconoscere un ‘atteggiamento di dipendenza’? Splendido! Questo è esattamente ciò di cui abbiamo bisogno: più corsi, più parole, più buone intenzioni. La vera alternativa? Prevenzione e formazione — perché, come ben sappiamo, le parole possono risolvere qualsiasi problema, specialmente quando si tratta di un disturbo complesso come quello del gioco d’azzardo.