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Quando anche i ricchi piangono (e noi paghiamo comunque)

Quando anche i ricchi piangono (e noi paghiamo comunque)

Con 30mila euro potresti pagarti un anno di affitto, un piccolo intervento chirurgico o salvare una microimpresa in ginocchio, c’è chi li butta in riparazioni di lusso e poi si lamenta pure. Flavio Briatore, imprenditore milionario, guru della bella vita e paladino della polemica online, stavolta ci delizia con lo sfogo su una Range Rover“bella da fuori ma marcia dentro”. In parole sue: “Sempre dal meccanico”. E giù lacrime da 30mila euro, conditi da un’ira funesta verso la casa automobilistica inglese, colpevole – a suo dire – di avergli rifilato un rottame a cinque stelle.

Quando il lusso diventa rottame (e lamentarsi è un privilegio)

La scena è già tragicomica di per sé: un miliardario incavolato con un marchio di superlusso perché la sua macchina da status symbol è più tempo dal meccanico che in strada. Flavio urla su Instagram, e noi dovremmo indignarci? No, piuttosto ridere amaro. Perché in un Paese dove il cittadino medio arranca per riparare una Panda del 2007, il dramma del SUV malfunzionante risuona come una presa in giro.

Assistenza clienti fantasma: perfetti solo nel vendere illusioni

Briatore ha ragione su un punto: il servizio clienti inesistente. Ma la vera beffa è che queste aziende del lusso sono dei maestri solo in una cosa: venderti sogni impacchettati, che si trasformano in incubi non appena qualcosa si rompe. Un trasformatore “introvabile da due mesi”? Roba da Medioevo, se non fosse che parliamo di un’auto da decine di migliaia di euro. A confronto, i ricambi di un’utilitaria coreana sembrano arrivare direttamente dallo spazio in tempo reale.

30mila euro in quattro anni: un leasing sulla disperazione

Facciamo due conti. Trenta. Mila. Euro. Spesi in riparazioni. Vuol dire quasi 650 euro al mese solo per tenere in vita l’auto. Altro che bollo o assicurazione. È un mutuo sulle disgrazie meccaniche, una tassa sul lusso sfatto. E la cosa più paradossale? È che chi vive di rendita come Briatore può permetterselo. E si lamenta pure.

E il cittadino normale? Lasciato a piedi (e in silenzio)

Nel frattempo, l’italiano medio si vede negare un rimborso per una centralina da 1.200 euro, lotta con un meccanico che lavora con lo sputo e deve pregare per trovare pezzi di ricambio senza essere truffato. Nessun social, nessun sfogo virale. Solo silenzio, rabbia e impotenza.

Il paradosso dei ricchi: comprano il top per poi piangere come noi

La vera notizia è questa: anche i ricchi vengono fregati. Solo che loro hanno il megafono, noi solo i calli ai piedi. La differenza? Loro twittano, noi ci arrangiamo. E mentre Flavio alza la voce, la catena dell’inefficienza globale nel mondo dell’auto continua a mietere vittime su ogni fascia di prezzo.

Soluzioni? Già ridiamo

Le “soluzioni” sarebbero facili, se solo qualcuno volesse: assistenza clienti degna di questo nomericambi disponibili entro 72 ore, e magari progetti che non si sfaldano dopo due anni. Ma no, meglio vendere l’illusione della perfezione, tanto chi si lamenta – anche se milionario – fa comunque pubblicità. E intanto, il cliente normale? Vaff… e aspetta.

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