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Quando il cavolo è verde: l’umanità sbaglia, la cultura fa finta di nulla in cantiere

Gli errori umani nei cantieri non sono semplici incidenti casuali, ma “un vero e proprio problema culturale”. Questa la sentenza di Calogero Turturici, comandante dei Vigili del Fuoco di Milano, chiamato a parlare in un seminario sulla sicurezza nei cantieri organizzato dagli ingegneri lombardi. La sua tesi? Senza docenti preparati e una formazione di qualità, controllare gli errori umani rimarrà un sogno irraggiungibile.
Ovviamente, non si può liquidare tutto come un problema tecnologico: “Una parte degli errori nasce dai limiti della tecnologia, d’accordo, ma una fetta altrettanto consistente deriva da errori sistemici”, puntualizza Turturici. Tradotto in lingua comprensibile, significa qualche falla bella grossa nella progettazione, nella documentazione, nella scelta dei materiali e persino nella vigilanza sul cantiere. Insomma, non è solo colpa della sfortuna o della tecnologia che fa i capricci, ma di chi dovrebbe aver disegnato tutto con la testa a posto.
Il nostro comandante del fuoco non si limita alle stoccate: ricorda come l’Italia vanti un curriculum di cantieri da incubo, come il Petruzzelli, la Fenice o la Cattedrale di Torino, dove “gli errori di concezione culturale nei progetti dell’area di lavoro sono stati lampanti”. Proprio quei “dettagli” che fanno la differenza tra un lavoro che funziona e una potenziale tragedia annunciata.
Quando si parla di rischio incendio nei cantieri, Turturici ci ricorda che esiste uno strumento molto semplice e – udite udite – inutile solo se lo si ignora: il codice di prevenzione incendi. Questo permette di valutare il rischio e capire se la presenza umana nel cantiere è compatibile con le lavorazioni in corso. Ma naturalmente, ignorerlo sembra la norma.
Ironizza poi sul concetto di prevenzione incendi, che nella testa di molti si traduce esclusivamente in estintori, idranti o porte tagliafuoco: “Invece la prevenzione dovrebbe essere la prevenzione vera, ovvero ridurre alla radice le possibilità che un incendio possa scatenarsi.” Come si fa? Riducendo le occasioni di innesco – meccanici o elettrici – cose che in molti preferiscono dimenticare comodamente.
Nel 2024, per fortuna o per fatalità, c’è stato un aggiornamento di norme al Comitato Elettrotecnico Italiano proprio per limitare il rischio di innesco nei cantieri, con un’attenzione speciale agli edifici storici, quelli che non possono proprio permettersi un’altra figuraccia o peggio.
E allora che fare? Turturici mette in chiaro l’ovvio ma apparentemente rivoluzionario concetto: “Non possiamo pensare solo ai lavoratori sul campo, ma dobbiamo guardarci anche dalle teste che progettano e scelgono ogni dettaglio.” Se solo fosse così semplice, forse un giorno smetteremo di sentirci raccontare la solita storia del ‘non potevamo fare di più’.