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Quando il fardello di tasse e balzelli diventa il nostro sport nazionale

In Italia, la distinta arte di spremere i cittadini con le bollette di luce e gas continua senza sosta, regalando al nostro Paese l’onore di pagare sempre di più rispetto agli altri protagonisti d’Europa. Sì, perché tra oneri, imposte e tasse, il prezzo finale per il consumatore sembra una zavorra dorata che annulla miracolosamente anche quei risicati risparmi derivanti dal calo del semplice costo dell’energia. E non finisce qui: per evitare l’incubo di nuove salassate, più della metà degli italiani preferisce restare aggrappata al caro, vecchio, prezzo fisso, anche se ormai siamo tutti migrati al tanto sbandierato mercato libero. Questa deliziosa situazione emerge chiaramente dalla relazione annuale 2024 dell’autorità di regolazione per l’energia, le reti e l’ambiente, la celeberrima Arera.

Nel 2023, il prezzo medio dell’energia elettrica nell’area euro per i clienti domestici – ché mica si bada solo al costo dell’energia, ma anche a quella giungla di componenti energia, costi di rete, oneri e tasse – è rimasto quasi immutato a 31,04 centesimi per kWh. Però in Italia la faccenda ha un gusto tutto suo: pur essendo tra le nazioni che hanno goduto di una riduzione maggiore, da 38,64 a 35,7 cent a kWh, i nostri solerti contribuenti vedono il valore finale strozzato da un’impennata degli oneri fiscali, che è schizzata del 28%, passando da 7,66 a quasi 9,8 cent. Praticamente un capolavoro di autosabotaggio economico che annulla qualsiasi sogno di risparmio. Su questo piano fiscale, siamo i più bravi in tutta l’Unione Europea, battendo senza paura nazione illustri come Francia e Spagna, e superando anche la media euro. E ovviamente a pagare il conto più salato restano le famiglie tedesche con 41,13 cent, ma subito dietro ci siamo noi italiani con 35,7 cent, seguiti da françaises e españoles.

Passiamo al gas, altra dolce specialità italiana: nel 2024 il prezzo medio, tasse incluse, per le famiglie è aumentato del 15,1%, arrivando ai fastosi 13,1 centesimi di euro al kWh, ben più alti del 5,3% rispetto alla media europea, la quale per inciso nel 2023 era scesa di un bel -8,3%. Qual è la ricetta magica di questo balzo? Semplice: costi di rete cresciuti da 2,6 a 3 centesimi al kWh e – udite udite – una componente fiscale che è passata da uno zero totale a un indulgente 3,2 centesimi. Il governo fa la mano pesante, e noi ci godiamo questo spettacolo di previdenza collettiva.

Nonostante tutto, la speranza di risparmiare incombe ancora, o almeno così si pensa: più della metà degli italiani preferisce continuare a barcamenarsi nel mare agitato del prezzo fisso per la luce, con un generoso 54,8% che nel mercato libero ha sottoscritto questo tipo di contratto, mentre il 45,2% ha optato per la roulette del prezzo variabile. E se amate i numeri, ecco il più delizioso di tutti: il switching tra fornitori è salito come una fenice, sia in termini di punti di prelievo (+4,9%), sia in termini di volumi (+2,3%). Nel 2024, quasi un quarto, il 23,8% delle famiglie italiane, ha deciso di cambiare fornitore almeno una volta, un balzo rispetto al 18,9% del 2023, perché per fortuna cambiare è sempre un’opzione… o forse solo un’altra fonte di stress.

Stefano Besseghini, il presidente dell’Arera, è ovviamente solito rassicurare: il vero sollievo per i consumatori sarà finalmente il primo luglio, quando la nuova bolletta elettrica prometterà meraviglie. Sarà più chiara di un manuale Ikea, con consumi, costi e condizioni economiche spiegati senza giri di parole. Finalmente potremo ammirare con i nostri occhi il magico insieme: l’importo da pagare, il periodo di riferimento, lo stato dei pagamenti, condito da una panoramica tanto sintetica quanto esaustiva del costo totale calcolato sul modello ‘quantità per prezzo’. Che meraviglia, non vediamo l’ora di incantarcene davanti!

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