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Quando la coscienza tira fuori i risultati: come la buona volontà finge di portarci al successo

Che delusione scoprire che gli italiani hanno un’idea piuttosto pessimista della nostra cosiddetta “filiera circolare” per l’industria pulita. Lo svela Riccardo Piunti, presidente del Conou>, con tanto di dati freschi raccolti da un’indagine IPSOS, che però non fa esattamente brillare il nostro Paese sotto i riflettori della sostenibilità.

Tra le perle di saggezza popolare raccolte, emerge che la metà degli italiani pensa che il 50% dell’olio minerale usato venga destinato semplicemente alla combustione. Non pago, il cittadino medio si immagina che la responsabilità della raccolta sia affidata al meccanico sotto casa e che il processo sia gestito da qualche azienda specializzata, ognuna per conto proprio, senza la minima coordinazione. E ciliegina sulla torta, un sorprendente 6% crede che l’olio usato finisca direttamente nella fogna. Fantastico, no?

Piunti ci tiene a precisare che, nonostante queste “chicche” di disinformazione, la maggioranza riconosce che l’olio rigenerato è di buona qualità. Insomma, il merito va tutto agli impianti tecnologici, perché la coordinazione e l’organizzazione sembrano materie oscure da comunicare al pubblico.

Il presidente però sogna un’Italia più orgogliosa del proprio modello consortile, quello che raccoglie gratuitamente l’olio esausto e lo rigenera completamente, dimostrando che, sì, qui qualcosa di buono si fa veramente.

Secondo Piunti, solo una cittadinanza davvero informata della realtà potrà sostenere il raggiungimento di obiettivi sempre più ambiziosi in molti settori. Peccato che la percezione sia ancora così lontana dal vero, ma forse è proprio questa la sfida: far capire che la circolarità non è solo una bella parola, ma un meccanismo complesso e organizzato… anche se non tutti sembrano volerlo ascoltare.

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