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Quando la povertà decide da che parte buttare la dignità e chiudere in soffitta la salute

La povertà energetica, nonostante venga spesso relegata al ruolo di spettatrice nel teatro della politica, continua a macinare la vita di milioni di italiani. Non si tratta semplicemente di una questione di soldi, ma di una disuguaglianza mascherata che stritola la dignità, mina la salute e compromette il diritto fondamentale a vivere, studiare e lavorare in condizioni decenti.
Lo ha dichiarato il sottosegretario all’Economia, Sandra Savino, durante la settima plenaria del Banco dell’energia a Roma. Secondo lei, questo dramma non conosce confini geografici: è un “fenomeno trasversale” che avvolge tanto il nord quanto il sud, un flagello dilagante e, ovviamente, in aumento.
Dal canto loro, i governanti sembrano avere un compito da equilibristi sul filo del rasoio: mantenere i conti pubblici in ordine e, nel contempo, assicurare che la transizione energetica non si trasformi in un semplice lusso per chi può permetterselo. In pratica, la sostenibilità non dovrebbe essere il club esclusivo dei privilegiati, bensì un diritto universale. Parola di Savino.