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Quando la prevenzione diventa il grande mago contro il disastro demografico che nessuno aveva chiesto

Quando la prevenzione diventa il grande mago contro il disastro demografico che nessuno aveva chiesto
Una nuova era della prevenzione: stile di vita sano non basta più, serve una rivoluzione continua nei nostri comportamenti

Ah, la solita storia del “fare sport e mangiare bene” come ricetta magica contro tutti i mali. Ma Fabio Landazabal, presidente e amministratore delegato di Gsk Italia, si schiera per qualcosa di un po’ più ambizioso durante l’incontro su demografia e generazioni a Roma. Pare che non basti più il buon vecchio stile di vita sano; ora serve anche un’assunzione di responsabilità ben più sofisticata e, udite udite, una prevenzione continua, su misura e tutta nuova.

Secondo Landazabal, il nostro Bel Paese sta attraversando un cambiamento demografico che non può essere ignorato né affrontato con le solite ricette da manuale. Ci vogliono innovazioni, qualcosa che lui elegantemente definisce «prevenzione 2.0». Tradotto in soldoni: stile di vita salutare sì, ma accompagnato da politiche sanitarie che puntino su vaccini all’ultima moda e screening super tecnologici per beccare le malattie prima che diventino un problema serio.

Ma non è solo questione di salute, ovviamente. Questa sofisticata prevenzione avrebbe il doppio compito di alleggerire il carrozzone del sistema sanitario nazionale – che, diciamocelo, di zavorra ne ha abbastanza – e di mantenere attive e produttive le persone. Insomma, una strategia che, per una volta, guarda sì al benessere individuale, ma pure a far girare l’economia.

Landazabal è perentorio: senza un piano di prevenzione aggiornato e al passo coi tempi, l’invecchiamento della popolazione diventerà un problema insormontabile. Ma con questa «prevenzione 2.0», promette, potremmo invece cavalcare la sfida demografica trasformandola in un’opportunità per il Paese. Come dire, non ci si può più nascondere dietro la retorica del “mangia sano e fai movimento”: ora servono sistemi intelligenti, innovazione e – perché no? – un pizzico di lungimiranza. O almeno ci piace crederlo.

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