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Quando la responsabilità sociale diventa sagra: il Salone della Csr invade Milano dall’8 al 10 ottobre

Il contesto geopolitico attuale, più incerto e teso che mai, rende il tema della sostenibilità non solo attuale, ma praticamente una questione di sopravvivenza. In questo scenario, il Salone della Csr e dell’innovazione sociale si impone come un’arena imprescindibile, offrendo un’occasione per un confronto serio, oseremmo dire necessario, tra imprese, Terzo Settore, istituzioni e mondo accademico. E tutto questo con un unico obiettivo: trasformare la coesione sociale nel miglior antidoto contro la crisi e i conflitti, anche quando gli impegni ambientali sembrano scivolare nelle retrovie delle agende politiche travolte dalle tensioni internazionali.
In pratica, si deve confrontare il cosiddetto ‘Esg backlash’—ovvero quel contraccolpo che rischia di affossare gli sforzi di sostenibilità a favore di interessi più immediati e orientati al profitto a breve termine. Come spiega Rossella Sobrero, del gruppo promotore:
“Nel Salone si incontreranno tante organizzazioni che hanno deciso di mettere la sostenibilità al centro della loro strategia. Non si tratta più di fare qualche aggiustamento qua e là, ma di ripensare i processi produttivi, gestire la filiera in modo diverso, e costruire rapporti nuovi con gli stakeholder. Però la vera sfida rimane culturale: la sostenibilità deve essere un impegno convinto, stabile, integrato nelle scelte d’impresa”.
Dopo il Giro d’Italia della Csr, che ha toccato sette città tra febbraio e giugno, il prossimo grande appuntamento è a Milano, dall’8 al 10 ottobre 2025, nell’elegante cornice dell’Università Bocconi. Si arriva alla tredicesima edizione, intitolata ‘Creare futuri di valore’, con ben 250 organizzazioni già pronte a mettersi in gioco.
Il programma? Sei percorsi tematici che pare abbiano pensato a tutto, dalle condizioni di lavoro alla cultura, dall’ambiente alla rigenerazione, passando per finanza responsabile, governance e innovazione. Insomma, un buffet completo per affrontare le emergenze dello sviluppo sostenibile, ma senza dimenticare l’inclusione e l’investimento sulle persone. Si parla chiaro: se vuoi un futuro, devi investire nel capitale umano e nel talento, altro che slogan vuoti.
Ma non ci fermiamo qui. La sostenibilità non è solo una questione etica, è anche un affare di competitività. E come si migliora la competitività? Adottando la tanto decantata economia circolare: un mantra che viene declinato in ogni fase della vita del prodotto, dalla progettazione allo smaltimento. Perché, diciamolo, ridurre scarti e sprechi non è solo un atto virtuoso, ma un ottimo modo per tagliare costi e guadagnare punti sul mercato.
Ah, e ovviamente misurare l’impatto non è più una scelta, è una necessità vitale. Serve a trasformare la sostenibilità da parola d’ordine a risultato tangibile, soprattutto per arginare la scetticismo del cosiddetto ‘Esg backlash’. E qui il Salone gioca la sua carta assegnando il Premio Impatto, una vetrina per chi riesce a dimostrare con numeri e fatti il valore economico, sociale e ambientale dei propri progetti. E attenzione: la partecipazione è gratuita e aperta a tutti, da chi fa impresa a chi lavora nel sociale e nella pubblica amministrazione.