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Quando pensavi che la corsa agli acquisti fosse finita, Comer Industries si compra la divisione idraulica di Nabtesco per la modica cifra di 85 milioni: ecco come si spende il denaro vero

Comer Industries, quella specialista di sistemi di ingegneria avanzata e soluzioni meccatroniche che, non contenta di essere già sul segmento Euronext Milan di Borsa Italiana, ha deciso di fare un salto di qualità. Non comprando un panino o una piccola startup, ma la divisione “Hydraulic Equipment” della mastodontica conglomerata giapponese Nabtesco Corporation. Sì, proprio quella che maneggia prodotti tecnologici per il controllo del movimento, inclusi sistemi aeronautici, idraulici e roba precisa da maneggiare con i guanti bianchi.

Parliamo di un’operazione da “soli” 85 milioni di euro – neanche troppo per chi vuole conquistare il mondo industriale. Il pacchetto in questione include motori, valvole, pompe a pistoni e chicche simili, usate per costruzioni, agricoltura, miniere e perfino veicoli speciali. Insomma, roba versatile come un coltellino svizzero high-tech, con un portafoglio di prodotti che si allunga sui mercati di Cina, Thailandia e Germania: il colosso nipponico ormai fa il giro del mondo e Comer vuole giocarsela su più tavoli.

La strategia è limpida: pagare circa 14,2 miliardi di yen e portarsi a casa il 70% di una nuova società (NewCo, per chi ama gli acronimi in stile Silicon Valley), che riceverà il testimone di tutte le attività Hydraulic Equipment di Nabtesco. Il restante 30% resterà saldamente nelle mani di Nabtesco, che così continuerà a dettare minime, ma significative regole del gioco, mantenendo un’alleanza industriale che promette scintille tra due giganti dai mondi apparentemente distanti.

Un matrimonio strategico che, sommando i numeri, darà vita a un gruppo con più di 1,2 miliardi di euro di fatturato pro-forma (quindi conti fatti per includere tutte le magie che accadranno), con un EBITDA che sfiora i 180 milioni e un debito che sembra quasi perfettamente calibrato a 180 milioni di euro. Il gran finale? Il closing, previsto per la fine del quarto trimestre del 2025, quando tutti i tasselli dovrebbero essere al loro posto – naturalmente, dopo aver superato i rituali della burocrazia e delle autorità che adorano dire di no.

Di sofisticazioni nell’accordo ce ne sono a bizzeffe: un patto parasociale che andrà a limitare la vendita delle azioni per due anni, un lock-up che tiene a bada i soci come cuccioli impazienti, e delle put option di vendita che Nabtesco potrà esercitare in ben tre annualità (2027, 2028 e 2029) – prune che sembrano fatte apposta per controllare chi veramente comanda, calcolando i prezzi secondo giochini di valore patrimoniale.

Se proprio dobbiamo dirla tutta, questa acquisizione segna l’ambizione di Comer Industries di trasformarsi da semplice attore a protagonista internazionale nel settore delle tecnologie idrauliche, con la potenza industriale di Nabtesco che fa capolino in Asia grazie a quattro stabilimenti sparsi tra Giappone, Cina e Thailandia. Una miscela di culture industriali che va dal rigore nipponico alla furbizia europea, pronta a giocare un ruolo da protagonista in scenari altamente competitivi.

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