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Quando svendere diventa strategia: Enel fa cassa svuotando il fotovoltaico in Spagna

Quando svendere diventa strategia: Enel fa cassa svuotando il fotovoltaico in Spagna

Un colosso energetico possa guidare la transizione verde, ecco che arriva la svendita mascherata da strategia. Enel, con una mossa che definire “illuminata” sarebbe un insulto al fotovoltaico stesso, ha deciso di cedere il 49,9% della sua controllata Enel Green Power España Solar 2 alla società emiratina Masdar, per la modica cifra di 184 milioni di euro. Una vendita quasi a metà prezzo – giusto per non perdere completamente la faccia – ma abbastanza da alleggerire il debito monstre da 55,7 miliardi di euro che la società si trascina come una zavorra.

La finta strategia del “tagliamo per crescere”

Ci dicono che fa parte di un piano “razionale” per “ottimizzare il capitale”. Traduzione? Disfarsi degli asset più promettenti per fare un po’ di cassa e tirare avanti. Dietro le parole altisonanti di “massimizzare la redditività” si nasconde una verità più cruda: vendere ciò che funziona per coprire ciò che è stato sprecato. E non è neppure la prima volta. A dicembre, Enel aveva già fatto un favore a Masdar svendendole un altro 49,9% della Egpe Solar per 850 milioni di euro. Un trend che profuma di disperazione camuffata da partnership strategica.

Il paradosso della transizione: vendiamo il futuro per pagare il passato

In un mondo che urla la necessità di accelerare sulle energie rinnovabili, Enel sceglie di fare l’opposto: farsi da partelasciando che capitali stranieri gestiscano una fetta importante della transizione verde in Spagna. Ma tranquilli, ci dicono che Enel manterrà “il controllo” della società. Certo, come no. Perché nulla dice “controllo” come vendere metà del tuo progetto a qualcun altro. È il nuovo mantra dell’efficienza: meno è più, basta crederci forte.

Chi guadagna davvero? Spoiler: non i cittadini

Mentre Enel si concentra sull’ottimizzazione della struttura finanziaria, il cittadino europeo si ritrova a pagare l’energia sempre più cara, osservando il balletto delle grandi aziende che trattano le rinnovabili come merce da saldi stagionali. In nome della “semplificazione operativa”, si smantellano pezzo dopo pezzo le infrastrutture del futuroper tappare i buchi del passato.

E gli Emirati? Ringraziano

Masdar, che nel suo Paese gode di sole e petrolio in abbondanza, adesso si compra anche un bel pezzo di Spagna. Grazie a Enel, potrà vantare PPA da quindici anni garantiti e impianti chiavi in mano. E tutto senza neanche dover fare troppa fatica. Enel gestisce, Endesa assorbe l’energia, Masdar incassa. Un modello perfetto… se sei Masdar.

Il passato che torna a bussare: grazie Starace

L’attuale AD Flavio Cattaneo ci tiene a dire che questa è una correzione di rotta, un ritorno alla “selettività geografica” dopo le grandi manovre espansionistiche dell’era Starace. Ma cosa significa davvero? Chi ha sbagliato ora taglia. Chi ha spinto sull’espansione senza una bussola, oggi chiede pazienza e fiducia. Intanto si cede, si riduce, si svuota.

Le “soluzioni” che fanno ridere (per non piangere)

Siamo stanchi di sentir parlare di “valore sostenibile” mentre il valore vero – quello degli impianti, del know-how, dell’autonomia energetica – viene messo sul mercato come in un’asta di dismissione pubblica. Il modello di “partnership azionaria” è l’equivalente energetico di affittare metà della casa a uno sconosciuto perché non si riesce a pagare il mutuo. Ma con la differenza che qui a pagare, alla fine, sono tutti.

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