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Regolamenti bizzarri per il bunkeraggio Gnl e bioGnl: l’arte di rimanere a galla in mare aperto

“Pubblicato dopo un lungo e condiviso lavoro portato avanti dalle Istituzioni il primo schema di regolamento portuale per le operazioni di bunkeraggio Gnl/bioGnl ship to ship nazionale, un provvedimento – unico in Europa – in quanto individua regole comuni per tutti i porti italiani”. Ecco cosa ha dichiarato Assogasliquidi in una missiva trionfante, omaggiando l’assurda danza orchestrata dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dal Comando Generale delle Capitanerie di Porto e dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, a cui, incredibilmente, ha partecipato anche l’alleanza di Assogasliquidi con le associazioni rappresentative dell’armamento.

Lo schema “è un altro decisivo tassello nell’opera di rappresentanza del settore industriale del Gnl che AssogasliquidiFederchimica ha avviato più di dieci anni fa.” Davvero? Dieci anni e solo ora ci si ricorda di avere normative per il bunkeraggio? Ma certo, con la pazienza di un eremita, Assogasliquidi ha insistito per una legislazione che sia “chiara, certa e omogenea”. Ma chi ha mai pensato che prima si potesse anche solo vagamente fare qualcosa in questo senso?

Questa novità, che sembra più un mito urbano che una realtà, “contribuirà allo sviluppo e alla penetrazione del Gnl – e ancor più del bioGnl – in Italia”. Ah, sì, il bioGnl, quell’elisir energetico che risolverà magicamente ogni nostro problema! Senza il quale, secondo le affermazioni esagerate, sarebbe impossibile raggiungere gli obiettivi nazionali ed europei di decarbonizzazione del trasporto marittimo. Sarà davvero così, o è solo un altro modo per far girare l’economia?

“L’introduzione di questo provvedimento, unitamente allo sviluppo delle infrastrutture di approvvigionamento – di cui ci si preoccupa da tempo” (chissà quanto!) – “offrirà nuove e concrete opportunità per garantire il rifornimento di navi e traghetti a Gnl/bioGnl”. Questa è la conclusione trionfale, che ci dipinge un’Italia brillantinata, in attesa di diventare un Hub strategico del Mediterraneo nel settore marittimo. Ma davvero qualcuno ci crede? O forse viviamo tutti nella stessa bolla di ottimismo?

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