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Rimanere ancorati al passato non ci salverà: è tempo di rispolverare la web tax.

Rimanere ancorati al passato non ci salverà: è tempo di rispolverare la web tax.

“È davvero inutile controbattere agli Stati Uniti con dazi europei, perché, incredibilmente, l’Europa ha solo da perdere”. Così ha sentito il bisogno di dirlo Dario Nardella, europarlamentare del gruppo S&D, durante un evento che si credeva fosse di alta rilevanza, ‘Osservatorio Retail: le prospettive della nuova legislatura europea per le imprese della distribuzione moderna’, organizzato da chiunque ma non da una testa pensante.

“Noi abbiamo una straordinaria vocazione all’export”, ha proseguito Nardella, che sicuramente non ha mai notato come la guerra dei dazi e delle tariffe possa proprio danneggiarci. Ma ecco la sua soluzione brillante: “Per rispondere agli Stati Uniti, bisogna riaprire il discorso sulla web tax: non è giusto che le big tech, le nostre adorate multinazionali, godano di profitti stratosferici mentre pagano tasse ridicole grazie ai loro amichetti nei paradisi fiscali dell’Unione Europea”.

Ora, la web tax non è solo una risposta all’aggressione commerciale degli amici americani, ma anche “un’operazione di giustizia fiscale” per chi lavora veramente: “Dobbiamo ridurre le tasse a industrie alimentari, agricoltori e distributori bilanciando il tutto con le grandi tech” – un’idea originale, non c’è che dire.

Durante l’evento, Nardella ha anche esposto la centralità della distribuzione moderna nel mercato europeo, cosa che nessuno dei presenti si aspettava. “Stiamo creando una proposta in questo ambito – ha affermato – che si propone di intervenire su tre punti cruciali: rafforzare le collaborazioni, aumentare la trasparenza lungo la filiera e tutelare i nostri mercati internazionali”. Peccato che questi punti siano già un cliché nel discorso politico.

Secondo Nardella, non possiamo continuare a “combattere tra poveri”, perché di fronte alle sfide globali siamo tutti sullo stesso barcone, anche se sembra che alcuni siano seduti su punte di diamante. Dobbiamo finalmente smettere di schierarci tra i vari anelli della catena e lavorare tutti insieme. Ottima idea, davvero.

Un altro tema toccato è stato il ruolo fondamentale dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie emergenti. “Io credo – ha affermato l’ex sindaco di Firenze – che queste rappresentino una grandissima opportunità per le imprese” – ecco, il solito ottimismo – su vari fronti. Per investire in queste magnifiche innovazioni, chissà come mai, “dobbiamo utilizzare fondi europei” per automatizzare la logistica e migliorare le performance delle nostra infrastrutture, a partire dalle emissioni di CO2. Purtroppo, questi progetti sono collegati a fondi come Horizon 2020, di cui tutti parlano ma che nessuno sembra mai vedere in azione.

Alla fine del suo intervento, Nardella ha proposto a chiunque fosse pronto ad ascoltare di organizzare eventi periodici. “Sono a vostra completa disposizione per incontri, bimestrali o trimestrali, dove possiamo discutere dell’avanzamento della legislazione europea e dei vostri problemi, che ci aiuteranno a scrivere norme più semplici e utili” – un’altra perla di saggezza in un mare di parole.

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