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Rottamazione-quater 2025, ecco le lettere per chi ce l’ha fatta (o quasi): il solito regolamento contorto spiegato in salsa burocratica

Sta per partire la spedizione delle tanto attese lettere per chi ha osato chiedere di rientrare nella Rottamazione-quater entro il 30 aprile scorso. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione, con una precisione degna di un orologio svizzero, sta inviando a tutti i malcapitati la notifica dettagliata delle somme da versare e le istruzioni per il pagamento agevolato. Con quasi 247mila domande da gestire, l’ufficio promette di chiudere il cerchio entro il 30 giugno, in linea con ciò che stabilisce la Legge di conversione del decreto Milleproroghe.

Le famigerate lettere, inviate a casa tramite raccomandata o, per i più tecnologici, per Pec, riportano non solo l’inevitabile cifra da sborsare, ma anche un’elegante tabella riepilogativa che fa sembrare la bolletta un’opera d’arte. Vengono elencati carichi, cartelle e avvisi inseriti nella domanda di riammissione, l’importo da pagare per la rottamazione e le scadenze, che ovviamente dipendono dalla modalità di adesione scelta. Una scelta da veri vip: o tutto in un’unica soluzione entro il 31 luglio 2025, o comodi pagamenti dilazionati in dieci rate uguali, distribuite da luglio 2025 fino a novembre 2027. A corollario, naturalmente, si trovano i moduli precompilati per pagare – comodo, no? – e pure le informazioni per attivare la domiciliazione sul conto corrente, perché pagare da soli è troppo mainstream. La comunicazione sarà disponibile anche nell’area riservata del sito dell’Agenzia, per i nostalgici del digitale.

Un piccolo promemoria dall’Agenzia: la Legge n. 15 del 2025, che trasforma il Milleproroghe in una vera e propria legge, ha deciso che chi, entro il 31 dicembre 2024, era andato “in crisi” non pagando in tempo o abbastanza, aveva tempo fino al 30 aprile 2025 per fare domanda di riammissione e tornare nel giro della definizione agevolata. Per chi non ha seguito, facciamo ordine: la Rottamazione-quater riguarda i debiti affidati al riscossore tra il 1° gennaio 2000 e il 30 giugno 2022. Si tratta del metodo civilissimo che consente di pagare solo il capitale e le spese di notifica più quelle relative alle procedure esecutive. Ovvero, niente sanzioni, niente interessi iscritti a ruolo, niente mora e addirittura niente aggio. Insomma, un vero affarone per i fortunati che riescono a star dietro ai mille cavilli.

Naturalmente, chi si è fatto beccare con multe stradali o altre sanzioni amministrative – esclusi però i casi di violazioni tributarie o contributive, perché altrimenti sarebbe troppo semplice – gode di un trattamento unico nel suo genere: non pagherà nessun interesse, neppure quelli “mascherati” con il nome più forbito di maggiorazioni, né aggio. Un vero e proprio sconto da capogiro, che potrebbe far cambiare idea a chi pensava di poter scansare l’obolo impunemente.

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