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Salmone norvegese: un successo da record nei primi mesi del 2025, ma chi se ne frega?

Salmone norvegese: un successo da record nei primi mesi del 2025, ma chi se ne frega?

“Se analizziamo i cicli infiniti del consumo di salmone, stoccafisso e baccalà norvegesi in Italia, ci accorgiamo di una crescita che potrebbe far impallidire anche i più ottimisti. Ma per favore, parliamo di salmone! Gli italiani lo amano così tanto che potrebbe diventare la nuova pasta. Nei primi cinque mesi di quest’anno il volume dell’export di salmone norvegese ha raggiunto vette mai viste prima. Chi lo avrebbe mai detto?

Queste illuminate affermazioni provengono da Tom-Jørgen Gangsø, il direttore per l’Italia del Norwegian Seafood Council, durante il ~prestigioso~ Norwegian Seafood Seminar a Milano. Un evento che, per l’amor del cielo, sarebbe difficile da ignorare, dedicato alla presentazione di dati che non cambiano mai e tendenze di consumo che sembrano rimasta bloccate nel tempo. Chi avrebbe mai pensato che salmone, stoccafisso e baccalà potessero essere al centro dell’attenzione? Qui, nel bel Paese, si riuniscono i giganti dell’industria ittica, pronti a raccontarci come stanno cambiando le cose, perché si sa, ogni anno è esattamente uguale al precedente, solo con grafici diversi.

“Per quanto riguarda lo stoccafisso e il baccalà” – continua il nostro esperto – “che derivano da due elaborati, e per di più diversi, del merluzzo, ah, il merluzzo, simbolo indiscusso di un’epoca passata – osserviamo un calo dei consumi. Ma chi se ne frega, perché il white cod in Norvegia sta calando e, come sempre, questo influisce anche sul mercato italiano. Ma non temete! Per compensare questo terribile disastro, i ristoratori ed i supermercati sembrano aver riscoperto questi prodotti più convenienti, come se un’illuminazione divina li avesse colpiti: la gente sta cominciando a comprare baccalà! Non è fantastico?

“Il consumatore italiano sta vivendo una metamorfosi”: un’affermazione che merita un applauso! La scelta è guidata da criteri altisonanti come qualità, gusto, salute, rapidità di preparazione e, last but not least, quell’evergreen dell’attenzione al giusto prezzo. Ma attenzione, non è solo una questione di prezzo: producetici, per favore, fateci sapere da dove proviene ciò che mettiamo nei nostri piatti! “Siamo disposti a pagare di più per un prodotto che venga contrassegnato appropriatamente”, conclude. E allora, benvenuto nella giungla delle etichette! Il consumatore moderno ha bisogno di sapere da dove arriva il suo filetto di salmone, perché il percorso da oceano a tavola sembra più come un viaggio avventuroso da raccontare piuttosto che una semplice riflessione di mercato.

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