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Sea: la nostra richiesta da capogiro di 100 milioni per un cambio di rotta!

“Ci aspettiamo che le tasse versate dai nostri armatori e autotrasportatori possano tornare sotto forma di incentivi, come il famigerato Sea modal shift, attualmente fissato a soli 20 milioni. Chiediamo che tale cifra venga almeno portata a 100 per sostenere i veri eroi nazionali del trasporto logistico, che si sforzano di far conoscere il nostro made in Italy in ogni angolo del pianeta.” Queste sono le perle di saggezza di Guido Grimaldi, il presidente di un’associazione tanto sostenibile quanto la sua posizione sul palco di un evento di networking a Roma.
“Siamo estremamente preoccupati per le decisioni dell’Unione Europea sulla sostenibilità,” ammette il presidente di Alis. “Rispettiamo gli obiettivi nobili e condivisibili legati alla riduzione delle emissioni e alla decarbonizzazione. Tuttavia, al giorno d’oggi, questi obiettivi appaiono decisamente anacronistici rispetto alle modalità e tempistiche di attuazione,” avverte. Certo, chi se la sente di decarbonizzare il mondo mentre alcuni continuano a pagare le tasse come se nulla fosse?”
Nonostante il malcontento generato dalla tassazione, Grimaldi tira fuori un lato positivo. “Accogliamo con favore la recente decisione della Banca Centrale Europea di ridurre i tassi d’interesse. È un segnale positivo per la nostra economia e per un settore che diventa sempre più cruciale per la competitività del sistema paese. I nostri soci, continuando a investire anche in tempi difficili, stanno dimostrando una notevole capacità di innovazione e di adattamento.”
La presenza di Alis “ai tavoli internazionali è oggi incisiva, e le nostre eccellenze imprenditoriali stanno guadagnando crescente riconoscimento globale,” sottolinea Grimaldi. “Questo non fa altro che rafforzare la nostra posizione economica e attrarre investimenti strategici per il nostro paese. Siamo davvero orgogliosi – aggiunge – del fatto che molti di questi campioni nazionali siano rappresentati dalla nostra associazione, che conta 2.400 soci, 425.000 lavoratori e un fatturato aggregato di 117 miliardi di euro.”
Grimaldi poi si sofferma sul valore dell’export italiano, che “continua a rappresentare un motore fondamentale per l’economia,” e lo attribuisce anche al ruolo strategico del nostro settore, che garantisce l’efficienza della rete commerciale e permette di esportare made in Italy in modo competitivo. Quel made in Italy che, a quanto pare, è un marchio di valore inestimabile, capace di conquistare mercati importanti e di far brillare la bellezza e la qualità del nostro meraviglioso paese.”