Notizie

Sitip si avvicina ai 100 milioni nel 2024: chi avrebbe mai detto così poco?

La Sitip, protagonista nella produzione di tessuti tecnici e sostenibili per abbigliamento sportivo, urbanwear e uso industriale, annuncia per il 2024 un fatturato stabile a 98 milioni di euro, identico all’anno precedente. Sicuramente un traguardo da festeggiare in un mercato che avrebbe voluto mangiarli vivi per la complessità. Ma per fortuna, l’azienda sembra capace di destreggiarsi tra bilanci solidi, sostenibilità ambientale e una pittoresca responsabilità sociale degna di nota.

Con 548 dipendenti, di cui — si faccia attenzione — l’85,3% è legato da un contratto a tempo indeterminato, Sitip sembra voler sfoggiare una stabilità che fa quasi invidia alle startup con i loro contratti a prova di bomba. Non sono mancati neppure gli applausi per la sicurezza sul lavoro: zero infortuni gravi nel 2024. Come dicono? Sicurezza prima di tutto? Beh, sicuramente fanno il possibile per non perdere punti nemmeno su questo fronte.

Passando alla clientela, la soddisfazione scorre copiosa con un punteggio di 4,4 su 5, quasi come se l’azienda avesse scoperto la formula segreta per far felice il consumatore — che, come ben sappiamo, è sempre impaziente e impossibile da accontentare. Sul versante ambientale, invece, Sitip si vanta di alcune cifre che sembrano prese da un report da premio Nobel: intensità energetica di 8,73 MWh per tonnellata, intensità carbonica di 2,15 tonnellate di CO₂ per tonnellata di prodotto, consumi d’acqua fissati a 10,25 m³ per tonnellata, e un glorioso 76,4% di rifiuti destinati al recupero.

E non finisce qui, perché la gestione delle materie chimiche raggiunge livelli di eccellenza con il 92,8% e il 97,1% di compliance nei programmi bluesign e Zdhc rispettivamente. Un risultato che fa pensare: al di là della retorica verde, qui sembrano davvero aver capito cosa significa “agire con responsabilità”, anche se ovviamente non mancano sempre quelli pronti a smontare tutto con un bel po’ di cinismo.

Giancarlo Pezzoli, amministratore delegato di Sitip, ha sottolineato:

“Riuscire a confermare risultati economici positivi in un contesto così sfidante orgoglisce la nostra squadra. Ma ancor più rilevante è sapere che tutto questo accade mentre continuiamo a investire nelle persone, nell’ambiente e nel costante miglioramento. La sostenibilità non è solo un’etichetta per noi, ma un percorso reale, trasversale e condiviso che guida ogni nostra scelta, oggi e domani.”

Se l’autoreferenzialità fosse un’arte, Sitip la padroneggerebbe con maestria. Il piano strategico per i prossimi anni prevede investimenti ambientali e organizzativi a dir poco grandiosi: il potenziamento degli impianti fotovoltaici fino a circa 1 MWh, la realizzazione nel 2025 di un impianto di depurazione per abbattere carichi inquinanti da oltre 2.000 mc al giorno, estensioni di certificazioni come la SA8000 entro il 2025 e la ISO 14064/Ghg Protocol entro il 2026, insieme alla ISO 14001 entro il 2027.

Come se non bastasse, entro il 2029 puntano a estendere la certificazione ISO 45001 a tutte le società del Gruppo, e tra il 2030 e il 2031 intendono presidiare perfino il Modello 231. Insomma, una macchina organizzativa che potrebbe quasi far invidia alle agenzie spaziali, ma nel settore tessile. Tutto questo in un mondo dove la parola sostenibilità si usa a volontà, spesso senza poi fare davvero nulla di concreto.

Per chi desiderasse saperne di più, è evidente che Sitip non voglia affatto nascondere le proprie ambizioni, quelle di diventare un faro per il tessile responsabile. Fa quasi da contraltare all’ormai proverbiale scetticismo verso “greenwashing” e promesse mai mantenute. Chi vivrà vedrà… o forse indosserà.

Exit mobile version