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SocGen ci regala lo smart working da sogno: solo un giorno a settimana, mica di più
Quando il lavoro ibrido diventa una bella favola da dimenticare, Société Générale fa un passo indietro deciso. La banca francese ha deciso che i suoi dipendenti dovranno tornare in ufficio almeno quattro giorni alla settimana, mettendo fine alla tanto osannata flessibilità dello smart working. Ricordate quando si poteva lavorare da casa due giorni a settimana? Beh, ora quella possibilità è ridotta a un misero giorno – e non per tutti.
Sławomir Krupa, l’amministratore delegato della banca, ha comunicato con un’implacabile freddezza aziendale che il comitato esecutivo ha deciso di uniformare immediatamente la politica interna sul lavoro, imponendo un netto giro di boa. Insomma, basta con le mezze misure: o vieni in ufficio o ti arrangi.
Il motivo di questa regressione? Secondo Krupa, serve creare “una cultura della performance” e, ovviamente, incentivare “la condivisione delle conoscenze” tramite interazioni, magari quelle conversazioni davanti al caffè che tutti, in ufficio, fingono siano così vitali per la produttività. Naturalmente, alcune specifiche professioni potrebbero vedersi completamente escluse dallo smart working, giusto per non lasciare spazio a dubbi: la presenza fisica è sacra.
Vale la pena sottolineare che la Société Générale non è un caso isolato in questa marcia indietro. A fare la stessa cosa ci sono molte altre banche di peso: HSBC ha già fatto sapere che chi si vede poco in ufficio nel settore retail banking nel Regno Unito si può preparare a bonus più bassi – perché a nulla servono i risultati, conta il fatto di esserci fisicamente. Un concetto inossidabile, vero?
Non meno ferrei sono i colossi di Wall Street come JPMorgan Chase & Co., che non prende in considerazione vie di mezzo e impone il rientro tutti i giorni della settimana. Anche HSBC sta valutando di obbligare tre giorni in ufficio a settimana, così per non farsi mancare nulla.
Nel frattempo Société Générale, con più di 119.000 dipendenti sparsi per il mondo, si prepara a più o meno amichevoli discussioni con i rappresentanti dei lavoratori sulle nuove regole, più simili a un diktat che a una scelta flessibile.
Insomma, le lodi del lavoro agile, tanto decantate durante la pandemia, si stanno rivelando uno scherzo passato: alle banche piacerebbe di più una forza lavoro visibile, presente, facilmente controllabile, quasi fossero negozianti che devono capire quanto tempo passi effettivamente dietro il bancone. Chi l’avrebbe mai detto che il futuro del lavoro fosse tornare al passato?