Notizie
Sondrio in festa per i profitti a livelli assurdi, e indovinate chi fa l’onorevole?

Finalmente, il consiglio di amministrazione della Banca Popolare di Sondrio ha approvato i conti del primo trimestre. E chi lo avrebbe mai detto? Un utile netto consolidato di 173,3 milioni, con un delizioso incremento del 19,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. E per fortuna, sono riusciti a superare le misere aspettative del mercato, che per qualche motivo si era accontentato di prevedere un utile tra 155 e 159 milioni. Mah, ci si chiede se gli analisti avessero bevuto qualche bicchiere di troppo. Il margine di interesse ha brillato con 272,1 milioni, crescendo dell’1,9%. E non dimentichiamo le commissioni nette da servizi, salite a 115,4 milioni, un fantastiche +8,0%. È come se stessero facendo un gioco di prestigio con i numeri.
Il margine d’intermediazione è così salito a 419,4 milioni con un modesto +2,5%. Le rettifiche di valore nette? Un bel 22,5 milioni, in calo del 47,4%. Immagino che ci sia gioia in questo calo. Guai a chi si sdraia sugli allori, però! I costi operativi sono aumentati del 4,8%, ammontando a 158 milioni. Per non parlare del cet1 ratio, che si fermerebbe a un brillante 14,3%. Sarà il caso di festeggiare? Chissà.
Ma non preoccupatevi, la Popolare di Sondrio è determinata a “raggiungere i target” del nuovo Piano industriale 2025-2027. Ma certo, come se fosse facile. Il CEO, Mario Alberto Pedranzini, ci delizia con il suo entusiasmo: “I risultati rassegnati costituiscono il migliore viatico nel percorso di realizzazione del nuovo Piano industriale 2025-2027”. Quindi, se ho ben capito, tutto ciò che è stato raggiunto è merito della loro “strategia vincente”.
In questo “primo trimestre” da sogno, ci svela che i risultati “eccellenti” premiano davvero la loro strategia. La fusione di “fondamentali solidi” e “visione prospettica” è il loro mantra. Ah, l’ambizione, quella meravigliosa qualifica che li rende tanto speciali. Pare che accettare sfide e “fare le cose a modo nostro” sia la chiave vincente.
Ma non finisce qui: l’obiettivo di questo glorioso istituto è “ampliare le quote di mercato, diversificare le fonti di ricavo, rafforzare il modello di business” e, come se non bastasse, renderlo ancora più profittevole e resiliente. Magari con un pizzico di magia, chi lo sa?
Per quanto riguarda la governance, il cda ha nominato Pierluigi Molla presidente fino al 2026. Già, perché cambiare ciò che funziona così bene? E non è tutto, visto che hanno anche aggiornato il Comitato esecutivo. Ora al suo interno troviamo Lino Enrico Stoppani come vicepresidente, con Mario Alberto Pedranzini e Loretta Credaro come consiglieri. Un bel mix di talenti, senza dubbio.