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Sotheby’s continua a divorare soldi e nel 2024 triplica i debiti a 248 milioni di sterline

Le perdite della celebre casa d’aste Sotheby’s hanno fatto un salto mortale all’indietro, raddoppiando fino a toccare la bellezza di 248 milioni di dollari lo scorso anno. Un risultato di tutto rispetto – in negativo, ovviamente – trainato dal ghiaccio sottile su cui camminano gli investitori asiatici sempre meno interessati ad accaparrarsi opere d’arte. Pare che la domanda, quella vera, sia scivolata giù come un quadro antico mal appeso.

Le commissioni di Sotheby’s, quelle prelibatezze guadagnate sulle vendite, hanno subito una dieta drastica, perdendo il 18% e fermandosi a 813 milioni di dollari. Il fatturato totale non è certo rimasto a guardare e ha fatto un tuffo del 23%, scendendo a quota 6 miliardi di dollari, mettendoci pure del suo qualche ristrutturazione qua e là. Nel frattempo, la concorrente di turno, Christie’s, pur soffrendo, ha ridotto i danni con un calo più contenuto: “solo” il 6%, arrivando a 5,7 miliardi di dollari. Davvero un colosso da ammirare in caduta libera.

I conti non tornano mai per davvero

Nel complicato gioco dei numeri, Sotheby’s si è beccata una bella batosta dai costi “una tantum”. In parole spicce: spese straordinarie legate agli accordi per licenziamenti che sono saliti da 11,4 milioni a 29,2 milioni di dollari in un batter d’occhio. E nonostante quei poveri 24 dipendenti in meno, il personale totale tocca ancora 2.218 anime lavorative. Per la precisione, sono dati svelati dal Financial Times, che ha certamente un talento per rivelare le mazzate finanziarie più gustose.

Un po’ di storia per non dimenticare

L’azienda, che ha messo radici in ben 40 paesi (per non dirci mai che non si impegnano), nasce nel lontano 1744 grazie a Samuel Baker, un libraio londinese con la passione per i libri antichi. Naturalmente, l’arte arrivò solo molto dopo, all’inizio del XX secolo, e la svolta americana si realizzò nel 1955 con l’apertura di una sede a New York. Insomma, niente crisi da impazienza: ben 200 anni a fare altro prima di colpire il mondo delle aste artistiche.

Oggi Sotheby’s si vanta di spingere oltre le aste di quadri e manoscritti, con un buffet offerto di vini pregiati, diamanti luccicanti e perfino una succulenta branca finanziaria che si occupa di prestiti garantiti dalle collezioni d’arte. Insomma, non solo vini e quadri, ma veri e propri soldi messi in gioco per mantenere l’apparente aura da gigante del mercato.

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