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Tasse e incertezze economiche, i dirigenti si mobilitano per scoprire nuove strategie e vantaggi per le aziende

Tasse e incertezze economiche, i dirigenti si mobilitano per scoprire nuove strategie e vantaggi per le aziende

La necessità di ricostruire dalle macerie della guerra è stata oscurata dalla retorica celebrativa di Manageritalia, che festeggia ben 80 anni di esistenza, ostentando un impegno che, evidentemente, fatica a tradursi in risultati concreti. Mentre il mondo del lavoro e l’economia attraversano profondi cambiamenti, questa associazione si erge come un faro di competenza, ma a che prezzo?

Ingiustificabile celebrazione dell’incompetenza?

Con oltre 45 mila dirigenti che, secondo loro, sarebbero la soluzione ai problemi italiani, ci si chiede se realmente managerialità e competenza siano stati capiti e applicati in modo efficace. Nonostante il trambusto intorno alla transizione digitale, ecologica e alla riorganizzazione del lavoro, il gap con i nostri vicini europei è evidentemente imbarazzante.

Il festeggiamento avvenuto nei suggestivi spazi de La Lanterna a Roma ha visto l’apertura dei lavori da parte del presidente di Manageritalia, Marco Ballarè, seguito da una sfilza di ministri e video messaggi che, sebbene pomposi, hanno aggiunto poco al dibattito reale. Le parole di Marina Elvira Calderone, Adolfo Urso e Fabio Rampelli si sono perse nel vuoto di un linguaggio burocratico che maschera l’assenza di azioni concrete.

Un settore in crescita, ma a quale costo?

Anche se il settore dei servizi rappresenta il 59% del PIL e il 50% dei lavoratori, i dati statistici offrono un’immagine preoccupante. La managerialità italiana è cresciuta solo dello 2,6% nell’ultimo anno e presenta un gap inaccettabile rispetto alle controparti europee, con solo 0,9 dirigenti ogni 100 dipendenti. Come ci si può aspettare un progresso significativo in un contesto del genere?

Lo sforzo di Manageritalia di presentarsi come un’importante comunità di esperti all’interno di un settore strategico è lodevole, ma la propria retorica sembra riflettere solo una superficialità che ignora le reali necessità del mercato. È difficile vedere come questa celebrazione porti a risultati tangibili quando tutto ciò che si sente è una melodia melodrammatica di auto-congratulazioni.

Dove sono le vere soluzioni?

Le illusioni di una leadership illuminata si scontrano con la dura realtà di un’inefficienza radicata. L’ironia di investire in un’associazione che rappresenta il cuore dell’economia senza un vero coinvolgimento internazionale è evidente. Per risolvere le complessità del lavoro e delle imprese, si dovrebbe guardare oltre i saluti formali e la superficialità. Quali sarebbero, in fin dei conti, le vere soluzioni? Un’educazione managerialmente sostanziale? Una maggiore apertura verso expertise esterne? Un via d’uscita dall’auto-referenzialità?

Ma in un contesto così orientato alla celebrazione e lontano dall’azione concreta, è lecito aspettarsi davvero che qualcosa cambi? Probabilmente, continueremo a girare in tondo, circondati da festeggiamenti vuoti, fino a quando l’inevitabile occasione di una vera riforma non si presenterà. E chissà, forse allora Manageritalia si troverà a fare i conti con una realtà ben diversa, ben più impegnativa e, ahimè, ben più necessaria.

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