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Taxi, naturalmente ci si aspettava un boom di lavoro per i funerali di Papa Francesco, ma sorprendentemente il nulla regna sovrano

Taxi, naturalmente ci si aspettava un boom di lavoro per i funerali di Papa Francesco, ma sorprendentemente il nulla regna sovrano

Nessun aumento nell’affollato mondo dei taxi romani in occasione dei famosi funerali di Papa Francesco. A confermarlo è Riccardo Cacchione, coordinatore nazionale di un sindacato di tassisti che si fa notare per le sue lamentele e promesse non mantenute. “In questi giorni”, ci dice, “c’è una carenza di lavoro rispetto alle incredibili promesse fatte per il Giubileo. Non c’è affatto questo incremento atteso e, a dirla tutta, non ci sarà nemmeno nei prossimi giorni, visto che il turismo dei pellegrini è tanto originale quanto diverso da quello che vediamo di solito. I pellegrini, sapete, preferiscono muoversi con i pullman in viaggi organizzati”. Così, mentre la città si prepara ad un evento di rilevanza storica, i tassisti si trovano a dover rimanere a casa, indisturbati a contare le monete nel cambio. Che emozione!

Ma non è tutto! Cacchione si lamenta anche della mancanza di programmazione da parte dell’amministrazione di Roma. “Non si possono semplicemente aggiungere 10.000 taxi per occasioni straordinarie come i funerali del Papa”, ci avverte, come se fosse il segreto di Pulcinella. “Il rischio è che finiscano per trovarsi in difficoltà con un calo di richieste”. Quindi, loro, i tassisti, devono pensare a mantenere un’attività profittevole durante tutto l’anno, non solo in queste rarissime occasioni clamorose. Perché, chiaramente, chi avrebbe mai pensato che il lavoro fosse una priorità tutto l’anno, giusto?

In un colpo di scena degno di una soap opera, Cacchione ci informa che il 24 aprile si sarebbe dovuto tenere uno sciopero a Roma, ma è stato posticipato per “senso di responsabilità”, attribuendo così un significato quasi eroico a questa decisione. “Sarebbe stato difficile attirare l’attenzione su un evento di protesta così importante”, ha aggiunto, come se i romani non avessero altro a cui pensare. La situazione è talmente drammatica che un nuovo sciopero non si prevede neanche prima di venti giorni! Dovete sapere che la legge n. 146/1990 sul diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali è così rigida da richiedere un preavviso di dieci giorni. Una legge che Cacchione ha la genialità di definire “liberticida”. Ma dai, non sapevamo fosse così drammatico!

Le motivazioni dietro lo sciopero, secondo Cacchione, sono quanto mai inverosimili: le autorizzazioni irregolari degli Ncc che si comportano come taxi e le multinazionali che, ovviamente, si inseriscono nel trasporto pubblico in modo del tutto casuale. L’USB e i suoi aderenti chiedono “il ripristino della legalità” e si aspettano che l’amministrazione comunale “non resti in silenzio”. La ciliegina sulla torta della loro protesta è il sospetto che la legalità possa mai essere rispettata mentre i taxi continuano a vagare per Roma come anime in pena. Che scenario affascinante!

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