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Tesla: vendite in caduta libera in Europa a maggio, Francia e Portogallo affossati del 70%

La crisi di Tesla nel Vecchio Continente non è certo un argomento da poco. I dati di maggio confermano, con una certa ironia, un calo a doppia cifra nelle immatricolazioni per il quinto mese consecutivo. In mercati chiave come Svezia, Francia e Danimarca, la casa americana si ritrova a perdere terreno, mentre i concorrenti europei e cinesi procedono a gonfie vele. Solo la Norvegia riesce a distinguersi grazie al restyling della Model Y, ma non basta certo a celare la debolezza strutturale dell’azienda. In Borsa, il titolo arretra, segnando un mese di crescita più alimentata dalla narrativa che da solidi fondamentali.
I numeri parlano chiaro: in Portogallo, la situazione è desolante con un -68% rispetto a maggio 2024, fermandosi a soli 292 veicoli. In Francia, che è il secondo mercato europeo per Tesla, il calo raggiunge il 67%, il peggior risultato dal 2021. In Svezia, assistiamo a un -53,7%, e in Danimarca, un calo del 30,5%. I Paesi Bassi segnano -36%, mentre la Spagna si arresta a -29% con 794 veicoli. E mentre Tesla arretra, il mercato cresce: in Portogallo e Svezia, le vendite di veicoli elettrici aumentano rispettivamente del 24% e del 72% nei primi cinque mesi.
Ah, la concorrenza asiatica e la crisi d’immagine! Marchi cinesi come BYD, MG (di Saic Motor) e Omoda (del gruppo Chery) stanno letteralmente rubando la scena: +745%, +87% e +213% rispettivamente in Spagna da inizio anno. Diciamolo chiaro, Tesla non perde quota per un calo d’interesse verso l’elettrico, ma per la palese mancanza di competitività. E in Norvegia, anche se le vendite salgono del 213% a maggio, trainate dalla nuova Model Y e da incentivi locali, il dato aggregato da inizio anno mostra solo un +8,3%, decisamente sotto la media del mercato.
La Model Y in Svezia è stata superata dalla Volkswagen ID.7; la Model 3 è stata battuta da auto come la Porsche Macan Ev, BYD Seal e Xpeng G6. Insomma, la gamma Tesla sembra faticare in un mercato che ha preso una piega parecchio rapida. In Francia, il marchio è scomparso dalla top ten, ora dominata da Renault, Citroën e Volkswagen. Pare che i produttori europei abbiano finalmente colmato il divario tecnologico e comunicativo.
In Borsa, si respira cautela in attesa del famigerato robotaxi. Dopo un rally scatenato dal ritorno operativo di Elon Musk, ecco che giugno parte moderatamente in rosso nel premercato. Il 12 giugno, a Austin, sarà lanciato il servizio di robotaxi, i veicoli a guida autonoma. Un evento che Musk considera essenziale per rilanciare margini e crescita, soprattutto dopo aver cancellato il progetto della Model 2, un modello che è stato “promesso” per anni per riempire il vuoto nella fascia di prezzo sotto i 30 mila dollari. Ma, ehi, chi ha tempo per i dettagli quando si cerca di vendere sogni e visioni, giusto?