Notizie

Thyssenkrupp dimezza le speranze: sorpresa amara in Borsa con un tonfo senza precedenti

Il titolo di Thyssenkrupp precipita alla Borsa di Francoforte dopo il deludente trimestre e l’ennesimo taglio alle previsioni annuali. Perché nel mondo della siderurgia, se ti va bene, sei in crisi, se ti va male… continui a perdere soldi.

Nel terzo trimestre dell’anno fiscale 2024/2025, il colosso tedesco ha fatto sapere di aver incassato “solo” 8,2 miliardi di euro, ben lontani dai 9 miliardi dello scorso anno. Il motivo? Prezzi in caduta libera e una domanda che, bontà loro, definire fiacca è un eufemismo. Ma non tutto è perduto: gli ordini hanno fatto un miracolo, salendo del 21% a 10,1 miliardi, grazie soprattutto alla divisione Marine Systems, che sembra navigare in acque meno tempestose.

Peccato che la perdita netta non sia d’accordo con questo ottimismo: è passata da un misero -54 milioni a un drammatico -278 milioni di euro. L’ebit rettificato, invece, ha fatto quel salto margine del 4%, toccando i 155 milioni, ma ha mancato di poco il bersaglio delle previsioni stellari fissato a 174 milioni. Insomma, bei numeri, ma non abbastanza per convincere gli investitori a mettere una pezza sul titolo.

E come ciliegina sulla torta, la dirigenza ha tirato giù l’ennesima revisione: ora si aspettano un ebit rettificato sul fondo della forchetta 600-1000 milioni di euro, molto più basso delle aspettative iniziali. Il fatturato, invece di calare fino al 3%, ora dovrebbe scendere dal 5 al 7%. Inoltre, via libera ai tagli, con un ridimensionamento degli investimenti di 200 milioni, ora tra 1,4 e 1,6 miliardi. Ridurre i costi resta la parola d’ordine, come se bastasse a risollevare un gigante con le ginocchia di vetro.

Ovviamente, a complicare le cose ci pensa il settore automobilistico europeo, che si trascina sotto i livelli pre-pandemia più o meno come un bradipo stanco. Il prezzo dell’energia, gonfiato dall’invasione russa dell’Ucraina, non aiuta certo a riaccendere la miccia. E se questo non fosse bastato, ci si mettono anche le sanzioni commerciali di Donald Trump, con dazi che devastano le catene di approvvigionamento globali e trasformano un mercato già fragile in una giungla selvaggia.

Miguel Lopez, amministratore delegato di Thyssenkrupp, ha così commentato l’ultimo trimestre:

«L’ultimo trimestre è stato caratterizzato da un’enorme incertezza macroeconomica. Stiamo risentendo molto della debolezza del mercato in settori chiave come quello automobilistico, ingegneristico ed edile».

E mica finisce qui: se il Medio Oriente dovesse surriscaldarsi ulteriormente, preparatevi a pagare il conto più salato. Perché nel gioco globale del rischio e dell’instabilità, Thyssenkrupp è solo l’ennesima pedina sacrificata su una scacchiera dove le regole sembrano cambiare ogni minuto.

Exit mobile version