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Tpl, il 19° convegno nazionale Asstra: tra mirabolanti innovazioni, sostenibilità da passerella e politiche industriali che non decollano

Tpl, il 19° convegno nazionale Asstra: tra mirabolanti innovazioni, sostenibilità da passerella e politiche industriali che non decollano

Si è svolto a Roma il 19º Convegno Nazionale di Asstra, l’associazione che riunisce ben 141 aziende di Trasporto Pubblico Locale. Ma chi non ama una bella chiacchierata su innovazione tecnologica e trasformazione dei servizi pubblici di mobilità? Con il sanguinoso titolo “Pronti per il futuro. Costruiamo la mobilità di domani”, l’evento ha offerto l’opportunità perfetta per un confronto tra imprese, istituzioni e stakeholder, che hanno sicuramente messo in campo progetti e strategie su come affrontare le “grandi sfide” della transizione digitale, energetica e sociale. Perché, che bisogno c’è di fare le cose nella realtà quando si può solo parlare?

Il Tpl in Italia copre l’8,6% degli spostamenti: un bel calo rispetto al 10,8% pre-Covid, ma chi se ne frega, giusto? Intanto, l’auto privata è sempre lì, a dominare con la sua incantevole quota del 64% degli spostamenti, addirittura oltre il 95% nelle aree periferiche. Ma ecco che il 40% degli utenti urbani promette di ridurre l’uso dell’auto privata, come se fosse così semplice. Certo, smart working e digitalizzazione aiutano, ma vuoi mettere il fascino di restare bloccati nel traffico? Il rinnovo delle flotte è ancora in atto, con l’età media degli autobus che scende a 10,3 anni, e un incremento del 200% nel numero di bus a zero emissioni immatricolati. Peccato che l’87% dei mezzi sia ancora diesel. E nonostante l’enorme quantità di investimenti pubblici (23 miliardi per sistemi di trasporto rapido di massa e 6 miliardi per il rinnovo flotte), il settore continua a soffrire un gap di finanziamento di circa 800 milioni di euro all’anno. Che dire, un vero successo!

Le tariffe? Ah, quelle crescono meno dell’inflazione. Solo un modesto 12% contro il 25% dal 2016 al 2025. Ma chi potrebbe lamentarsi di spendere solo 21 euro al mese per il TPL? Già, è solo il 7% della spesa totale per i trasporti. E non dimentichiamo la penuria di personale: oltre 8.000 autisti mancanti. Per non parlare della necessità di investire in nuove competenze digitali e sostenibili. Perché, dico io, chi ha bisogno di un servizio efficiente quando si può semplicemente continuare a lamentarsi?

Andrea Gibelli, presidente di Asstra, ha tirato fuori la frase del giorno: “L’innovazione nel Tpl è già realtà!”. Certo, perché tecnologie come l’intelligenza artificiale, la guida autonoma e la manutenzione predittiva stanno cambiando il settore… presunti! “Ma la tecnologia da sola non basta”, sempre Gibelli ci ricorda, quasi come se avesse appena scoperto l’acqua calda. “Servono visione industriale, norme adeguate, risorse stabili e investimenti sulle competenze.” Ma perché preoccuparsi, no?

E a proposito di innovazione, ci sono già casi emblematici in diverse città italiane: chatbot, IA generativa, fermate intelligenti… chiaramente, tutto al servizio della qualità, della sicurezza e dell’efficienza. Ma chi si fida? Entriamo nel tema centrale: i nuovi modelli tariffari, più flessibili e personalizzati. Giuseppina Gualtieri, vicepresidente di ASSTRA, ha parlato di tariffe dinamiche, abbonamenti flat, capping e pagamenti contactless. Una sinfonia di parole altisonanti, giusto per incitare l’emozione. “L’obiettivo è rendere il trasporto pubblico più semplice, trasparente e conveniente”, ha detto, come se non stesse parlando di un sogno, o forse di una chimera.

Gualtieri ha anche messo in evidenza la necessità di riformare il modello di finanziamento del Tpl. Con un gap annuo di 800 milioni di euro, sembra chiaro che qualcosa deve cambiare. Proposte? Ah, le solite: meccanismi automatici di adeguamento tariffario e l’adozione di modelli sperimentati all’estero. Perché si sa, quello che funziona altrove deve funzionare anche qua, giusto? Nel frattempo, in un contesto di riforma fiscale e maggiore autonomia territoriale, è fondamentale diversificare i canali di finanziamento. Peccato che le idee poco concrete non sembrano finire mai!

È stato un evento memorabile, dedicato alle competenze e all’organizzazione del lavoro, come se avessimo bisogno di un promemoria su cosa fare nel XXI secolo. Per Asstra, la transizione digitale, evidentemente, è una questione di investire nel capitale umano. Sì, perché chi non ama sprecare risorse in formazione continua, modelli organizzativi che cambiano più frequentemente delle mode, semplificazioni burocratiche e valorizzare il lavoro tecnico e specialistico che, poco sorprendentemente, spesso viene dato per scontato?

Gualtieri ha mirabilmente sottolineato che “la transizione digitale nel Tpl non è solo un fatto tecnologico, è anche culturale”. Chi lo avrebbe mai detto? Sembrerebbe un concetto coperto di ovvietà, ma tant’è. Dobbiamo armarmi di pazienza e adottare “un approccio sistemico” che integri persone, strumenti e processi. Che meraviglia! Non vedo l’ora di vedere le persone, finalmente, lavorare a stretto contatto con strumenti e processi, come in una splendida sinfonia di confusione.

“La trasformazione del Tpl è una realtà in rapida evoluzione,” ha dichiarato Gibelli, come se fosse un annuncio epocale. “Elettrico, idrogeno, IA e guida autonoma stanno già ridefinendo il settore”. Sì, perché cosa potrebbe andare storto quando affidi un mezzo pubblico a un robot? Ah, ma aspetta! I servizi stanno diventando “sempre più efficienti, sicuri e sostenibili”. È un vero e proprio inno all’ottimismo, non credete? Ma attenzione, per accompagnare questa “evoluzione” abbiamo bisogno di “norme chiare e forti investimenti nel capitale umano.” E qui mi fermo a riflettere: in un mondo ideale, chi non vorrebbe investire miliardi in persone?

Gualtieri ha continuato a lanciarsi in proclami che risuonano come il canto delle sirene: “Una tariffazione intelligente e socialmente sostenibile può orientare i comportamenti”. Certo, come se la matematica potesse risolvere i problemi sociali! Ma servono “regole chiare” e “strumenti digitali”. Ah, ma chi ha mai pensato che stabilire regole fosse una cosa semplice? Ci sto giusto pensando in questo momento!

Per chiudere in grande stile, Gibelli, nei panni di presidente di Asstra, ha espresso “sentiti ringraziamenti” a tutte le istituzioni e ai partecipanti. Che gesto toccante, non credete? Ha invitato le imprese e gli operatori del settore a “mantenere alta l’attenzione” sui temi trattati. Altrimenti, le nostre conversazioni sul Trasporto Pubblico Locale potrebbero finire nel dimenticatoio, e chi oserebbe farlo? Dobbiamo continuare a far diventare il Trasporto Pubblico Locale una “protagonista dello sviluppo economico, sociale e ambientale” del nostro Paese. Una vera e propria galleria di illusioni, affascinante davvero!

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