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Tropea in fiamme e mojito annacquati: l’Enel regala la serata che nessuno voleva

Ma chi ha bisogno di fuochi d’artificio quando puoi assistere a una splendida sceneggiata pirotecnica in piena piazza Veneto a Tropea? Venerdì sera, intorno alle 22, un brillante impianto di Enel ha deciso di regalare a tutti uno spettacolo degno di un action movie con un’esplosione improvvisa. Colpevole? Un “piccolo” cortocircuito, ovviamente tenerissimo. Il risultato? Fiamme alte, detriti volanti, clienti rovesciati e turisti impegnati in uno sprint da medaglia olimpica – rigorosamente in infradito. Per fortuna nessuno si è fatto male, ma i selfie con l’incendio sullo sfondo sono già diventati la nuova mania social del weekend.
Nel bel mezzo del caos, tra urla, risate nervose e qualche bicchiere di prosecco salvato in extremis, sono arrivati i famosi tecnici Enel, equipaggiati come supereroi moderni: niente mantelli svolazzanti, solo tute blu, cavi e pinze. La loro tempestività è stata encomiabile, certo, ma la vera questione, come puntualizzano con arguzia i sindacati, è tutta a monte: impianti obsoleti, manutenzione che definire “precaria” è un eufemismo e quel sottile dubbio che si insinua nel sottofondo di ogni tavolino – e se fosse successo con un parco giochi pieno di bambini?
I paladini delle sigle Filctem-Cgil, Flaei-Cisl e Uiltec-Uil Calabria hanno sollevato la voce con l’entusiasmo di chi è abituato a farlo: “Non cercate il colpo di scena: non è stata un’infelice fatalità. Denunciamo da anni questi impianti decrepiti, il personale esausto e una gestione tanto distratta quanto il turista medio alle prime armi”. Mentre la gente si gode il sole e accende gli ombrelloni, i sindacati si accendono – ma senza usare il fuoco, come preferirebbero.
I poveri tecnici di Enel, stando ai loro “angeli custodi” sindacali, vivono ai limiti dell’escursione fisiologica. Turni da macigno, mezzi ridicoli e organici così magri da sembrare evaporati: insomma, un vero e proprio reality della sopravvivenza senza nemmeno un premio simbolico. Nel frattempo, però, altrove si brindano profitti milionari da capogiro, celebrati con champagne mentre loro lottano con cavi arrugginiti e sovraccarichi continui.
Nel teatrino delle accuse incrociate, il vero burattinaio rimane il management di Enel, che continua imperterrito coi suoi tagli ai costi, una centralizzazione lontana anni luce dai territori e una gestione dei servizi che fa sembrare l’abbandono la parola d’ordine. I sindacati chiedono a gran voce un “piano straordinario” per la Calabria, tradotto in parole povere: basta con le noiose presentazioni a Roma, e più tecnici con attrezzi sul campo.
La morale di questa favola moderna? Il video dell’esplosione vola sui social come un razzo, ma la vera bomba è il messaggio sottostante: o si interviene subito, oppure la prossima volta a volare in aria non sarà solo la corrente elettrica… E mentre Tropea continua a brillare, lo fa più ardente che mai – purtroppo, però, in senso letterale.