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Turismo 2.0: ora anche l’IA fa il cameriere per salvarci dall’ospitalità vintage

Turismo 2.0: ora anche l’IA fa il cameriere per salvarci dall’ospitalità vintage
Innovazione e intelligenza artificiale rivoluzionano il turismo italiano: quando gli hotel diventano robot

Oltre 13 milioni di italiani, cioè il 28% degli utenti online, già usano quotidianamente l’intelligenza artificiale. Ovviamente, non potevano certo lasciarsi sfuggire l’occasione neanche gli alberghi, che ora si affrettano a trasformarsi in futuristici hub tecnologici, con robot poliglotti e assistenti virtuali attivi 24 ore su 24, pronti a rispondere a qualsiasi capriccio direttamente in camera. Questa nuova moda digitale sarà protagonista all’evento InOut | The Hospitality Community, incastonato tra l’8 e il 10 ottobre alla Fiera di Rimini, evento fiore all’occhiello per l’industria dell’ospitalità e perfetta vetrina per tutti coloro – impressionati o terrorizzati dalla tecnologia – che vogliono fare i conti con il futuro del turismo.

I numeri parlano chiaro e non mentono: il turismo è pure lui prigioniero del trend della digitalizzazione. In un sondaggio europeo che ha coinvolto 1.500 hotel (Italia inclusa), ben il 41% rivendica l’uso dell’intelligenza artificiale e un altro 16% si prepara a salire sul carro negli immediati prossimi mesi. Le applicazioni più gettonate? Dalla volubile creazione di contenuti – quella pubblicità che sparisce e riappare – (74%), all’analisi spietata delle recensioni (44%), passando per il pricing che cambia in corsa (42%) e la personalizzazione del cliente (38%). E sì, la vecchia robotica in sala si riaffaccia con un dignitoso 10%. Insomma, siamo quotidianamente inseguiti da algoritmi e macchine che cercano di capire cosa vogliamo prima ancora di saperlo noi.

In questo contesto, aggiornarsi sembra indispensabile. Scoprire le novità non è più un vezzo, ma un obbligo se si vogliono evitare strutture vecchie stile anni ’80 e trasformare i campeggi o persino la spiaggia in spazi hi-tech. L’evento InOut si riconferma così un appuntamento fondamentale per chi vuole progettare e rivoluzionare gli spazi dell’accoglienza, offrendo un terreno fertile per un confronto diretto con la tecnologia, il design e, non meno importante, la sostenibilità.

Perché in fondo, cosa sarebbe un hotel moderno senza la sua quota di benessere olistico? Non si parla più solo di dormire in un letto comodo, ma di riscoprire corpo e mente in sinergia con sport, cibo curato e rigenerazione totale. Dentro l’area Poolwide, dedicata al wellness, si mettono in mostra piscine ultramoderne, idromassaggi da sogno, docce multifunzionali e ogni sorta di sauna e bagno turco immaginabile, accanto a centinaia di accessori, arredi e soluzioni per mantenere tutto in condizioni impeccabili.

E non è finita qui: il fitness e lo sport, ormai immancabili nelle esperienze turistiche contemporanee, avranno un palcoscenico di rilievo. L’attenzione sarà tutta rivolta a spazi indoor super attrezzati, pronti a ricevere chi vuole continuare ad allenarsi anche lontano da casa senza rinunciare al comfort tecnologico e all’eccellenza professionale.

Ovviamente, il benessere moderno non vuole più limiti: niente spa anguste o muffite. Gloria Armiri, la maga delle fiere come Group Exhibition Manager di Ttg Travel Experience e InOut | The Hospitality Community, ci illumina con la sua verità scomoda: il benessere non è solo massaggi e saune, ma un’esperienza che invade ogni angolo dell’ospitalità. Dalle arene outdoor alle camere intelligenti, fino alle tecnologie che quasi ti leggono nel pensiero per farti sentire a casa (o almeno così dicono).

Naturalmente, a InOut non si limitano a venderti sogni: sport, wellness e intrattenimento sono confezionati come un pacchetto regalo per le strutture ricettive che vogliono impressionare un pubblico sempre più esigente e… personalizzato. Perché o fai tutto su misura oppure niente, no?

E come se non bastasse, l’evento propone anche una kermesse di conferenze dove l’intelligenza artificiale – quella sì, una novità gentile – verrà imbellettata per farci credere che cambierà il settore dell’accoglienza. Per non parlare delle aree benessere, ovviamente, perché senza parlerini esperti non si va da nessuna parte né con i massaggi né col Wi-Fi.

La chicca dell’anno? Per il secondo anno di fila InOut premia i fantasmagorici Adi InOut Hospitality Design Award, una competizione nobile che non dimentica la patria del design: l’Italia. Soltanto chi espone prodotti firmati da aziende italiane o designer made in Italy può aspirare al riconoscimento, con la speranza di finire nell’illustre Adi Design Index 2026. Ovvero, la porta d’ingresso al mitico ‘Compasso d’Oro’, il premio più ambito e luccicante nel mondo del design. Già immagino gli applausi piovuti.

Infine, perché non dimentichiamo che accogliere significa anche reinventare lo spazio esterno, InOut ha lanciato il terzo episodio dei suoi Vision Lab, un’esposizione divisa in quattro ambientazioni tematiche tanto alla moda quanto stereotipate: città, mare, montagna e campagna. Perché quando si parla di outdoor, ogni cliente deve poter scegliere il cliché più adatto ai suoi sogni da cartolina.

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