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Unicredit fa il miracolo: sei miliardi di utile a metà anno, e pensare che qualcuno si aspettava meno

Unicredit fa il miracolo: sei miliardi di utile a metà anno, e pensare che qualcuno si aspettava meno

Unicredit sfodera il primo semestre più brillante di sempre: cinque miliardi di utili oltre ogni previsione.

Se pensavate che il mondo bancario fosse noioso, beh, siete fuori strada. Unicredit ha appena annunciato un utile netto da capogiro di 6,1 miliardi di euro per il primo semestre dell’anno. Il solo secondo trimestre ha fruttato 3,3 miliardi, schiantando tutte le aspettative degli “esperti” che si aspettavano poco più di 2,5 miliardi. Se non è un colpo da campione, cos’è?

Nel dettaglio, i ricavi “core”, quelli che negli ambienti finanziari si sussurrano come “il vero motore” della banca, sono saliti a 5,9 miliardi, superando di slancio l’anno precedente. Non male per un settore che qualcuno dava per spacciato.

Andrea Orcel, il celebre amministratore delegato di Unicredit, non ha lesinato superlativi nel commentare i dati del trimestre e del semestre. A suo dire, abbiamo toccato “risultati eccellenti” e un “secondo trimestre da record”. Ovviamente tutto ciò contribuisce a un primo semestre da manuale nella storia della banca. Altro che crisi e recessione!

Orcel ha sottolineato con un fare trionfale un utile netto trimestrale da 3,3 miliardi, accompagnato da un robusto Rote del 24,1%. E non è tutto: la qualità degli attivi è altissima, il costo del rischio è “basso come mai prima” e hanno messo da parte overlay – per i non addetti ai lavori, una specie di scudo protettivo contro qualsiasi guaio economico – da record. Insomma, il team di Unicredit sembra voler dire al mondo: “Venite pure, noi siamo pronti anche per la tempesta perfetta”.

Il trimestre si è chiuso con un rapporto Cet1 pro-forma del 16,2%, un numero che – nel gergo delle banche – significa “abbiamo un cuscinetto di capitale robusto abbastanza da dormire sonni tranquilli anche in caso di terremoti economici”. Ovviamente, conseguire certi risultati proprio nel clima macroeconomico che conosciamo rappresenta un traguardo che va oltre il semplice “bravo”, è un capolavoro per un team che, a detta di Orcel, continua a superare le aspettative anche quando sembra impossibile.

Ovviamente, la banca non si accontenta. Orcel ha lanciato un pizzico di presunzione (ma che ci può stare dopo numeri così) dichiarando che l’istituto è “decisamente nella fase di accelerazione” del programma “UniCredit Unlocked”. Tradotto: stanno spingendo sull’acceleratore più forte di quanto pianificato, rafforzando e proteggendo la banca per i tempi che verranno. Insomma, l’auto da corsa è già in pole position.

Ma c’è di più — e qui il tono diventa quasi una sfida. In una recente intervista, lo stesso Orcel ha detto, spremendo la sintesi con una punta di sarcasmo degno di un manager senza peli sulla lingua:

«In Italia stiamo facendo in un solo trimestre quello che Banco Bpm realizza in un anno intero. Noi acceleriamo, loro decelerano».

In altre parole, nessun bisogno di abbracciare alleanze o compromessi: il piano di Unicredit è contare solo sulle proprie forze e, udite udite, conquistare ulteriori quote di mercato. Con un pizzico di arroganza che, dopo questi numeri, suona quasi come una minaccia. Del resto, nel gioco delle banche italiane, chi ha i mezzi e la voglia non aspetta certo che gli altri rallentino per rilassarsi.

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