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Uno tsunami colpisce, ma manteniamo la speranza

Si vive un Vinitaly piuttosto surreale, dove il vino rappresenta solo il 30% della conversazione, mentre il 70% è dedicato alle condizioni economiche di crisi che ci circondano. La ragione? L’incognita dei dazi che pesano come un macigno sui produttori. Nunzio Castaldo, presidente di Panebianco Wines, importatore negli Stati Uniti e illustre esperto di vini italiani, non ha peli sulla lingua: “Abbiamo in agenda incontri che si allungano non per il piacere di discutere di vitigni o tecniche, ma per affrontare problematiche macroeconomiche che, tra l’altro, non possiamo certamente risolvere”. Tale affermazione non lascia spazio a interpretazioni: si sta parlando di vino in un contesto dove il vero protagonista è l’incertezza.

Un’Insostenibile Leggerezza del Settembre Economico

I produttori, in particolare quelli piemontesi, toscani e veneti, sono in preda a una preoccupazione palpabile. Hanno infatti preso impegni con fornitori di bottiglie e materiali, ma ora si trovano a navigare in un tsunami di dazi al 20%, che si abbatte sulle loro spalle come una tempesta perfetta. Castaldo non si fa scrupoli a definire questa situazione “drammatica e insostenibile”, evidenziando come le borse perdano centinaia di milioni di dollari, da New York a Tokyo — un eco dell’insoddisfazione che si fa sentire a livello globale.

Ottimismo Contro Ogni Evidenza

Ma la narrazione non si ferma qui. Castaldo, incredibilmente, sottolinea come “rimaniamo ottimisti“, mentre i produttori si adoperano per affrontare la crisi. L’ottimismo, però, sembra più una chimera che un fondamento solido, poiché i produttori si ritrovano ad affrontare una tempesta navigando con barche a vela in un mare in tempesta. La disponibilità a collaborare è ammirevole, ma ci si deve chiedere: è davvero sufficiente nel bel mezzo di un caos economico di queste proporzioni? Certo, il legame creato da anni di esperienza e affidabilità dovrebbe fornire conforto, ma la storia ha mostrato che la solidarietà non è sempre sufficiente a riparare i danni inflitti da scelte economiche sconsiderate.

Ironia della sorte: mentre i vini sognano di attraversare l’oceano e arrivare a tavole affollate negli USA, i produttori si trovano bloccati, stretti tra le promesse di crescita e le promesse infrante di riforme mai realizzate. Non rimane che attendere, fiduciosi che la calma arrivi dopo la tempesta, anche se le nuvole grigie di una crisi economica potrebbero persistere. E se i consiglieri di esperienze potessero trasformarsi in azione decisiva? Rimane solo da sperare che, un giorno, il calice dell’ottimismo sia davvero pieno, e non solo un’improbabile illusionistica ipotetica.

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