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Un’ora al giorno: chi ha voglia di perdere tempo nel traffico?

Più di 30 minuti per raggiungere il luogo di lavoro (o di studio), che a conti fatti significa oltre un’ora della giornata persa nel tragitto. Ebbene sì, è proprio a questo che siamo arrivati, come emerge dal sondaggio di YouTrend intitolato ‘La mobilità urbana nelle grandi città’. Presentato da Lorenzo Pregliasco durante un convegno che ha tutte le sembianze di un grande raduno di pensatori illuminati, organizzato dal Think Tank ‘The Urban Mobility Council’ — creato per il puro piacere di complicare vetuste questioni legate alla mobilità, il tutto mentre viene servito un ottimo caffè presso Palazzo Wedekind a Roma.

Ma chi ha bisogno di quel caffè? L’Italia rimane indiscutibilmente attaccata alla propria auto. Infatti, il 55% dei residenti nelle metropoli non ha trovato di meglio che infilarsi nel traffico con la propria automobile, mentre un rispettabile 13% preferisce l’adorato scooter. Certo, a chi non piacerebbe affrontare la giungla urbana con un mezzo di trasporto a due ruote? Ma le scelte di mobilità, secondo il sondaggio, dipendono crucialmente da criteri di efficienza individuale: il 51% indica il tempo di percorrenza come la guida della propria scelta, il 31% guarda al risparmio economico e il 30% predilige la flessibilità negli orari. Solo un buon 15% si preoccupa dell’impatto ambientale. Ma chi se ne frega dell’ambiente, giusto?

In media, gli italiani delle città campione trascorrono più di 30 minuti nel tragitto casa-lavoro. Quindi, si deduce che dedicano oltre un’ora della loro giornata a entrare e uscire da un’auto, come se fosse il loro passatempo preferito. Parlando di gadget futuri, l’86% degli intervistati possiede un’automobile di proprietà, il 58% dichiara di non avere intenzione di acquistarne un’altra nel prossimo anno. E pensare che il 18% invece ci sta pensando: di questi, il 53% è attratto dall’auto ibrida, il 40% continua a credere nel mito della benzina, mentre solo un modesto 29% si fida delle meraviglie di un veicolo full electric. Ma chi lo ha mai detto che gli italiani siano all’avanguardia?

Le Contraddizioni Delle Politiche Urbane

Arriviamo ora al clou: le politiche di accesso ai centri urbani, un vero campo di battaglia ideologico. Il 48% degli intervistati è fermamente contrario a permettere l’accesso nelle zone a traffico limitato (Ztl) solo a chi possiede auto più recenti, mentre il 42% è favorevole. La democrazia in azione! Non capiscono che diversi punti di vista creano solo confusione?

Se interrogati sulla possibilità di installare dispositivi elettronici sulle loro auto per monitorare le emissioni, un entusiasta 51% dei cittadini delle 14 grandi città dice ‘sì’, a patto di poter accedere a zone limitate. Che bello che siano così disposti ad assecondare un monitoraggio, finché c’è vantaggio per loro!

La ricerca del Politecnico di Milano, in collaborazione con UnipolTech, ha preso di mira proprio questi dispositivi definiti ‘Green Box’. Pubblicati sulla rivista scientifica **Nature**, i risultati sono un tentativo di spiegare che, tramite una scatola telematica dotata di Gnss e Imu, sia possibile misurare le emissioni di ciascun veicolo in base a velocità e stile di guida. Sarà pur vero che il campione comprende oltre 11mila veicoli e 25 milioni di viaggi, ma sarà più facile cambiare il comportamento degli automobilisti o limitarne l’uso delle auto? Certamente da buon italiani preferiremo sempre il nostro comodissimo comfort mentre ci lamentiamo a gran voce delle politiche sui trasporti.

Uno studio, certificato da Dekra e brevettato da UnipolTech, sembra avere la ricetta magica per salvare la qualità dell’aria. Quasi come se le automobili potessero sprigionare polvere di fata! Secondo il Politecnico di Milano, esistono tre indicatori ambientali da tenere d’occhio per ogni veicolo: consumo carburante (Pcons), emissioni di CO2 (PCO2) ed emissioni di NOx (PNOx). La ricerca dimostra che una vecchia auto Euro 4, guidata con un minimo di buon senso, può inquinare meno di una modernissima Euro 6 manovrata da un guidatore distratto. Le emissioni, a quanto pare, dipendono tanto dal comportamento del guidatore quanto dalla tecnologia del veicolo. Chissà, forse ci si potrebbe riunire per una sessione di guida consapevole!

Il modello propone un sistema meritocratico che premia chi si comporta bene, permettendo politiche personalizzate. Per esempio, l’accesso alle zone a traffico limitato (ZTL) non dovrebbe dipendere solo dall’età dell’auto, ma dalle emissioni reali. È un bel modo per alleviare il peso economico di chi non ha il budget per una nuova fiammante auto elettrica. Magari si potrebbe anche pensare a un premio per chi resiste alla tentazione di frenare bruscamente per evitare il pedone distratto che attraversa! Chi l’avrebbe mai detto che il comportamento conta?

Il tanto celebrato eMobility index, che misura quanto sia pratico e vantaggioso passare all’elettrico nelle auto private, effettuato su tre città italiane, rivela che la transizione verso la mobilità elettrica sarà un lungo ed estenuante cammino. Non basta sostituire le auto a combustibile fossile con quelle elettriche, ma occorre anche rivedere i modelli di mobilità esistenti. Un’impresa che fa venire in mente un’impresa impossibile. Come ha affermato Sergio Savaresi, direttore del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano: “Questo lungo periodo di transizione dovrà essere accompagnato in modo graduale”, come se la storia del traffico potesse cambiare in un click di dita.

A questo punto, per garantire la neutralità tecnologica e evitare tagli e divieti incomprensibili, serve quantificare l’impatto ambientale di ogni autovettura. Ed ecco che il futuro è rappresentato da sofisticati dispositivi telematici, alias ‘green-box’. Siamo arrivati all’epoca in cui una scatola nella tua auto può dirti quanto inquini. Fantastico, vero? Immaginate la voglia di comprare un’auto nuova: non solo dovrete pagarla, ma dovrete anche sperare che non sia monitorata da un’invenzione futuristica che potrebbe rivelare il vostro segreto più recondito: il vostro stile di guida!

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