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Vicenzaoro settembre 2025 l’alta gioielleria che non smette mai di reinventarsi (o almeno ci prova)

L’arte orafa si rinnova: da Vicenzaoro September una carrellata di innovazioni e tradizioni rivisitate

L’alta gioielleria cambia pelle e Vicenzaoro September si conferma come il palcoscenico imprescindibile per scoprire quanto un semplice orpello possa trasformarsi in un linguaggio contemporaneo che sfida il tempo e le regole. Dal 5 al 9 settembre, il quartiere fieristico di Vicenza si veste di lusso e sperimentazione, ospitando un’edizione sold-out che promette di stupire con creazioni sempre più audaci e sorprendenti.

Dimenticate i classici stereotipi dell’arte orafa: qui si parla di come la tradizione possa riversarsi nelle collezioni di Maria De Toni, oppure di come i pavé di diamanti firmati Palmiero si trasformino in evocazioni della natura stessa. Titanio e diamanti? Ebbene sì, nelle mani di Giovanni Ferraris diventano gioielli “statement” che sembrano fluttuare, senza peso e senza compromessi. Il corallo? Viene lavorato con una precisione quasi maniacale. I cammei escono dalle teche polverose e con il tocco di De Simone Fratelli si liberano da quell’opprimente tradizione per abbracciare un design che tenta di essere contemporaneo senza perdere la sua grandezza storica.

E non finisce qui: Yana Nesper travolge ancora una volta la perla in un’inedita chiave moderna, mentre Marina B rinnova il glamour italiano giocando con volumi audaci e tagli netti. La Maison J’OR osa con materiali fuori dal comune come la fibra di carbonio, incastonando pietre e madreperla in creazioni che sembrano provenire da un’altra dimensione, un mix di arte, cultura e pura sperimentazione indirizzato sia all’alta gamma sia a chi vuole stupire con il proprio modo di indossare il lusso.

Il bello? L’alta moda orafa non si limita alle nuove frontiere: tra i grandi nomi italiani presenti a Vicenzaoro, c’è Roberto Coin con la sua elegante classicità immunizzata dal tempo, Damiani che fa della maestria artigianale e del design raffinato il proprio marchio di fabbrica, e Crivelli che decora con ricami di pietre un’eleganza che sfiora la spiritualità. Chi ama il minimalismo ma senza rinunciare al lusso troverà pane per i propri denti nelle creazioni di Fope, mentre Roberto Demeglio lascia il segno con versatilità e tecniche sempre in evoluzione.

Non mancano le maison che da anni dominano la scena con una carica innovativa che fa girare la testa: Annamaria Cammilli sfoggia una tridimensionalità sinuosa ormai distintiva, Leo Pizzo si lascia ispirare da natura e arte in una sintesi personale che fa sognare, Nanis cattura l’armonia delle forme naturali in un gioco di rotondità equilibrate, mentre Serafino Consoli punta tutto su produzioni esclusive dal carattere decisamente trasformativo.

La festa del gioiello non si ferma all’italianità e accoglie con stile anche le maison europee e internazionali che portano con sé tradizione e innovazione: dalla solidità tedesca di Schreiner Fine Jewellery e Diamond Group, all’eleganza britannica di Fabergé e Yoko London. Spostandosi nel Mediterraneo, brillano le creazioni della greca Etho Maria e dell’orgogliosa spagnola Carrera Y Carrera, mentre dall’altra parte del globo arriva la produzione raffinata della casa australiana Autore.

Tra le novità dell’edizione di settembre spiccano il brand milanese Piranesi, con sede a New York, il gradito ritorno di Recarlo e le francesi Morganne Bello, Statement Paris e D1928, tutte pronte a rimescolare le carte con proposte fuori dagli schemi e dai cliché.

Ah, la gioielleria moderna! Quel meraviglioso mondo dove si tenta di reinventare l’acqua calda con creazioni “uniche ed esclusive” che, ovviamente, sono il frutto di grandi menti come Alessio Boschi, che decide di mischiare sapientemente cultura, storia e architettura. Perché, si sa, nulla dice “gioiello” come un rimando a un trattato di storia dell’arte. Poi abbiamo Mike Joseph, che ci incanta con le sue forme geometriche leggere, tempestato di diamanti, perché più è complicato, più è… giusto? Allora non può mancare Antonini Milano, il marchio per i puristi delle linee pure ma rigorosamente strutturate, perché chi ha detto che la sobrietà non sa essere complicata? E infine, la nostra eroina Karen Suen, che brave mette a chiacchierare il glam con la tradizione classica, un dialogo che nessuno sapeva di voler sentire.

Ironia a parte, anche la direzione di questo circo luccicante sembra esserne consapevole. Infatti, sempre il genio di Alessio Boschi e la prolificissima Alessia Crivelli sono i mentori del progetto ‘The 8’, un’iniziativa di Ieg mirata a “valorizzare” – parola sacra – i nuovi talenti italiani e internazionali della gioielleria. Tra gli studenti che si aggirano nei saloni come moderni Michelangelo, troviamo nomi provenienti da istituzioni come IED, TADS – Tarì Design School e il Master in Storia, Design e Marketing del Gioiello di Arezzo. Il cast delle stelle emergenti è composto da Emma Calce, Lal Dal Monte, Enrico Valenza e 512 Lab, alias Carolina Lazzaro e Cristiano Di Iorio. Se non sono promettenti loro, chi lo è?

E perché fermarsi qui? Per rimarcare la vocazione “trendsetter” di questa kermesse, l’edizione di settembre del salone targato Ieg si regala una chicca: il lancio in anteprima mondiale della nuova edizione del Trendbook 2027+. Naturalmente, questo piccolo gioiellino editoriale è curato da Trendvision Jewellery + Forecasting, l’illuminato osservatorio indipendente che si autoproclama faro della gioielleria contemporanea. Nulla dice futuro come un libro di tendenze che rimangono sempre più o meno le stesse, ma con un packaging più cool.

Come se non bastasse, sempre nello scintillante quartiere fieristico di Vicenza, in perfetta concomitanza con Vicenzaoro, si tiene VO Vintage. Il nome è tutto un programma: un marketplace aperto al pubblico che celebra l’orologeria e la gioielleria vintage di pregio. Insomma, se vi è sfuggito il futuro, potete sempre rifugiarvi nel passato, dove tutto era più semplice — o almeno così vogliono farvi credere.

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