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Virgin Active Italia incassa 3 milioni dall’Antitrust: benvenuti nel circo delle fregature sportive

Per la modica cifra di 3 milioni di euro, Virgin Active Italia si è guadagnata una salatissima multa dall’Antitrust. A dicembre 2024 sono scattate le indagini dopo un’invasione di segnalazioni di consumatori più meno esasperati, e non ci è voluto molto per scoprire che la famosa catena di palestre non brillava certo per trasparenza e correttezza nel rapporto coi clienti.
Nel 2024, mentre superava la ragguardevole soglia dei 100.000 abbonamenti, la società ha evitato accuratamente di spiegare ai consumatori i dettagli chiave di abbonamenti, rinnovi automatici, disdette e procedure per recedere prima dalla sottoscrizione. Ma non finisce qui: niente avvertimenti prima del rinnovo automatico, assenza di chiare scadenze per l’invio delle disdette e confusione totale sugli aumenti tariffari applicati proprio nel corso dello stesso anno.
Per fare il quadro completo, Virgin Active Italia ha pure complicato la vita a chi ha provato a rescindere il contratto per cause sopravvenute, trasformando ogni tentativo di recesso in un labirinto burocratico da brivido. Un insieme di espedienti – legati tra loro come una perfetta teoria del complotto economico – che l’Autorità ha bollato come una pratica commerciale non solo scorretta, ma di una premeditazione degna del miglior thriller contrattuale.
Le vittime? I clienti che, tra testi poco chiari e mancate comunicazioni, si sono ritrovati incatenati a un servizio che probabilmente non avrebbero mai richiesto, ma che hanno comunque dovuto pagare. E tutto ciò grazie a una sapiente opera di confusione e omissioni studiate ad arte per tenere i malcapitati tra le maglie di clausole capestro, violando a più riprese ben sette articoli del Codice del Consumo.
Udicon punta il dito sulle palestre: trasparenza e chiarezza un miraggio
Martina Donini, presidente nazionale di un’associazione consumatori, non ha usato mezzi termini nel commentare la sanzione: “I continui rinnovi automatici senza alcun preavviso, i rincari occultati e le procedure di disdetta tutt’altro che alla portata dei clienti non sono certo il modo giusto per costruire fiducia e trasparenza.”
Inoltre, ha sottolineato che il problema va ben oltre Virgin Active, estendendosi a molte altre palestre dove regnano ancora confusione sui prezzi, condizioni contrattuali e modalità di accesso ai servizi. Un grido di speranza rivolto al settore tutto: questa multa dovrebbe servire almeno da ammonimento, e sarebbe il minimo che chi ha pagato – giustamente irritato – possa vedere un qualche ristoro per le trappole contrattuali in cui è caduto.