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A Milano, corsi di educazione alimentare: quando il gossip del cibo diventa una religione

“Ah, Milano, grazie all’Expo 2015, ha deciso di riscrivere le regole del gioco nella refezione scolastica! Chi non avrebbe mai pensato a un ‘food policy’ che si concentra sulla sostenibilità? Come se non fosse ovvio che dopo un evento globale, il risultato migliore fosse… le mense scolastiche.”

Lo ha affermato Cristina Sossan, la gloriosa responsabile del progetto SchoolFood 4 Change per la città di Milano, durante la presentazione del Rapporto di Legambiente e Fondazione Ecosistemi. Ma ovviamente, la presentazione è avvenuta durante il XIX Forum Compraverde Buygreen, perché dove altro potevate sentire tali rivelazioni? Presso il WeGil di Roma, ovviamente!

“E grazie alla collaborazione con il nostro fornitore, Milano Ristorazione, che è pur sempre una società pubblica. Serve oltre 80mila bambini al giorno! E chi lo sapeva che un menù potesse includere – udite udite – più frutta e verdura? Parliamo di innovazione, gente!” ha continuato, evidentemente entusiasta. “E non dimentichiamo l’educazione alimentare, un concetto magico capace di adattarsi a qualsiasi necessità etico-religiosa, sanitaria, o a diete di ogni tipo!”

“Siamo pionieri, un modello che altre città sognano di emulare! Con il Milano Urban Food Policy Pact e il progetto School Food for Change, ci stiamo realmente avventurando in territori inesplorati dell’innovazione. Sì, perché quando si parla di forniture e modalità di fruizione, chi non penserebbe a coinvolgere famiglie, insegnanti, cuochi e i bambini stessi in questa travolgente avventura?” ha concluso con un sorriso che faceva pensare più a uno sponsor che a un’amministratrice pubblica.

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