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Anglo American e Teck Resources si sposano per dominare il ramo del rame: ecco il nuovo gigante che nessuno voleva ma tutti devono guardare

Quando due giganti del rame si incontrano, non può che nascere uno spettacolo degno di nota: Anglo American e Teck Resources hanno deciso di convolare a nozze aziendali, dando vita a un colosso che supera i 53 miliardi di dollari di valore di mercato. Un’idea brillante, forse, per dominare il pianeta – o almeno il mercato del rame.

Gli azionisti di Anglo American possono rallegrarsi: controlleranno circa il 62,4% del nuovo impero chiamato Anglo Teck, mentre quelli di Teck dovranno accontentarsi di un più modesto 37,6%. Ma tanto vale, si sa, i vincenti scrivono la storia.

La nuova entità produrrà all’anno circa 1,2 milioni di tonnellate di rame, cifra che sperano possa salire del 10% entro il 2027, raggiungendo il meritato traguardo di 1,35 milioni di tonnellate. Non male, no? Nel frattempo, il quartier generale sarà a Vancouver, con uffici strategici a Londra e Johannesburg, perché nulla fa più chic di una presenza internazionale in tre fusi orari diversi.

Anglo American promette un risparmio sui costi e una maggiore efficienza pari a 800 milioni di dollari ogni anno, da realizzarsi entro quattro anni dalla chiusura dell’operazione. Un’impresa titanica, che farà felice soprattutto chi ama i numeri grandi e magari anche i bilanci aziendali gonfiati.

Il timone resterà saldamente nelle mani di Duncan Wanblad, “il capitano coraggioso” di Anglo, mentre Jonathan Price di Teck avrà l’onore di fare il vice amministratore delegato, un ruolo che suona un po’ come “secondo della barca a vela più grande del mondo”.

Le loro miniere cilene, Quebrada Blanca e Collahuasi, sono praticamente adiacenti: una situazione comoda che promette di far scivolare qualche altra efficienza operativa sotto il tappeto, mentre si sorseggia il caffè in riunione.

Non ci stupisce poi tanto che entrambe le aziende siano state corteggiate negli ultimi anni da pretendenti super agguerriti: Glencore ha puntato sul bottino di Teck, mentre BHP non ha perso occasione di sventolare l’interesse per il vasto portafoglio di Anglo American. Insomma, quando si parla di rame, tutti vogliono il loro pezzo di torta.

E come non immaginare una domanda in vertiginosa crescita? Con l’esplosione dei veicoli elettrici e i datacenter che banchettano alimentati dall’intelligenza artificiale, il rame è tornato il minerale più trendy del momento. Insomma, il futuro è rosso… rame.

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