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Sorpresa a bordo: quando il messaggio politico s’infila nel pranzo kosher di Iberia

Ordina un pasto kosher e ti ritrovi un messaggio politico sul vassoio: Iberia nel mirino per un imbarazzante incidente di “Palestina libera”

Immaginate di volare con Iberia, ordinare un pasto kosher – rigorosamente preparato secondo le leggi alimentari ebraiche – e scoprire che sul vassoio campeggia in bella vista la scritta “Palestina libera”. No, non è l’incipit di uno scherzo grottesco, ma quel che è successo a bordo di un volo diretto da Buenos Aires a Madrid. La compagnia, ovviamente, ha annunciato un’indagine interna per capire come questa magica sorpresa sia finita proprio sulla tavola di chi si aspettava solo un pasto conforme alle proprie credenze.

A far rumore è stata la Daia, l’organizzazione che rappresenta la comunità ebraica argentina, la quale ha denunciato che non si è trattato di un episodio isolato: diversi passeggeri ebrei sono stati infatti omaggiati da vassoi recanti le iniziali “Fp”, acronimo di “Free Palestine”. Il tutto è stato definito senza mezzi termini un “grave atto di antisemitismo”. Quindi, di recente, invece di mangiare, si può anche ricevere un messaggio politico diretto e non richiesto con il pasto kosher di bordo. Che signori!

Il gruppo ha commentato con tono risoluto, affermando di aver “condannato fermamente questo atto discriminatorio” e di aver già sollecitato le autorità aeronautiche a intervenire senza indugio per chiarire la questione e, ovviamente, per garantire che simili incidenti non si ripetano. Il tutto in un misto di indignazione e richiesta di risposte immediate. Naturalmente, l’equipaggio di Iberia non è rimasto impassibile. L’incidente è stato registrato sulla nave e son stati presi provvedimenti per assistere i passeggeri coinvolti. Il comandante, in un impeto di cortesia diplomatica, ha persino fatto visita personale agli interessati per scusarsi a nome della compagnia aerea, come se una stretta di mano potesse sparire l’imbarazzo del pasto politicizzato.

Iberia ha fatto sapere di essere in piena collaborazione con i propri fornitori di catering, nella speranza di scovare il geniale burattinaio responsabile dell’ideona di inserire quelle etichette dai contenuti chiaramente provocatori. “Respingiamo categoricamente qualsiasi forma di discriminazione, incitamento all’odio o comportamento che minacci la dignità delle persone”, hanno aggiunto, come se ciò bastasse a cancellare senza lasciare traccia la figuraccia a livello internazionale. Insomma, una versione almeno un po’ più elegante del classico “non siamo stati noi”.

Un episodio che lascia a bocca aperta non solo per la maldestra commistione tra cibo e politica, ma anche per la tempistica e la profondità della provocazione: sembra quasi che, a bordo di certi voli, tra un volo e l’altro, si debba anche fare lo slalom tra messaggi controversi nascosti nei pacchetti del catering. Chissà quale sarà la prossima moda: una lattina di cola “contro l’oppressione” insieme alla nocciolina?

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